Parto con una raccomandazione doverosa, se non conoscete affatto Schiavi degli invisibili allora evitate questa recensione, come pure la quarta di copertina del libro, semplicemente leggete il romanzo.
Sono tanti i modi in cui è possibile scrivere una storia, si può procedere di getto, sotto l'impulso dell'ispirazione, cogliere una singola idea e modellare la vicenda su di essa, oppure costruire metodicamente un intreccio sfruttando idee già utilizzate da altri.
Eric Frank Russell è partito da due domande senza risposta: "Se tutti gli uomini amano la pace, perché allora non riescono ad averla?" e "Se esistono razze extraterrestri più progredite dell'uomo, perché non vengono a trovarci?" e ne ha tratto uno dei suoi più riusciti romanzi.
E' il 15 maggio 2015, a Stoccolma è una giornata come tante, ma per l'anziano scienziato Peder Bjornsen è l'ultima, viene trovato morto, apparentemente per cuase naturali, il medico legale classifica il decesso come dovuto a collasso cardiaco, e il caso viene ufficialmente chiuso.
In altre parti del mondo altri scienziati muoiono in modo più o meno strano, ma nessuno sembra collegare queste morti, almeno sino a quando Bill Graham non assiste al suicidio di Walter Mayo.
Sebbene tutto faccia pensare che lo scienziato si sia suicidato gettandosi dalla finestra del suo laboratorio Graham lo conosceva bene, e non crede possibile che l'uomo si sia tolto la vita volontariamente-
La notizia che un altro illustre studioso è morto in circostanza bizzarre convince Graham, abile e perseverante agente governativo, della necessità di indagare su questa misteriosa moria di scienziati.
Lentamente, muovendosi con la senzazione di essere in costante pericolo, Graham riesce a trovare una serie di collegamenti che infine lo portano a una scoperta sconvolgente: accanto all'uomo vivono esseri normalmente invisibili, che sembrano gelosi della loro segretezza, tanto da uccidere spietatamente chiunque riesca a squarciare il velo di mistero che li circonda.
Peggio ancora i Vitoni, così sono stati denominati gli esseri, si nutrono delle emozioni umane: per loro una disgrazia è un lauto pasto, una guerra una vera e propria orgia, di fatto la loro influenza ha impedito alla sociologia di progredire e ha spinto gli uomini a combattersi, invece di vivere in pace.
La Terra non è altro che un immenso recinto d'allevamento, con l'umanità nella scomoda parte del bestiame e i Vitoni in quella di spietati allevatori, decisi a sopprimere chiunque minacci il loro predominio.
Tra mille difficoltà il segreto viene infine rivelato, ma proprio allora i Vitoni dimostrano di conoscere a fondo la psicologia del loro gregge, e danno inizio a una terribile guerra, che fornirà loro sia un lauto banchetto che la possibilità di liberarsi dei difensori dell'umanità.
La risposta alle due domande da cui Russel ha sviluppato il romanzo è dunque unica, sono esseri di pura energia. che non riusciamo a vedere che in poche circostanze particolari, a spingere l'umanità verso la guerra e la distruzione, e sempre loro hanno messo in quarantena il nostro pianeta, dichiarandolo riserva di caccia personale.
La storia parte con una strana indagine, il protagonista si barcamena tra indizi in apparenza del tutto illogici, sempre a un passo dalla scoperta ma anche dalla morte, tra piccole e grandi tragedie.
Poi, una volta scoperto il segreto, Graham si trova di fronte al problema di come rivelarlo in contemporanea a tutto il mondo, e da quel momento il suo percorso si intreccia con quello di tutta l'umanità in una lotta che ha in palio la sopravvivenza.
L'ultimo e più angoscioso interrogativo è quello definitivo: esiste un modo per distruggere i Vitoni, e soprattutto si riuscirà a trovarlo in tempo?
Pur non rinunciando a ironia e umorismo Russel ha scritto una storia tesa e appassionante, senza tanti fronzoli e focalizzata sull'azione, i soli momenti di stanca sono le elencazioni di fatti bizzarri e inspiegabili, che si sarebbero potuti tranquillamente evitare.
Scritto prima del secondo conflitto mondiale e rivisto nel 1948, Schiavi degli invisibili inizia tra pochi anni, in un mondo che deve ancora vedere alcune delle innovazioni tecnologiche previste da Russel, come autogiri e stratoplani a razzo, e presumibilmente anche nel 2015 non si potrà fumare a bordo degli aerei di linea.
Ma a parte questi dettagli il romanzo potrebbe essere stato scritto l'anno scorso, cattura l'attenzione del lettore e non molla la presa sino alla fine, un'opera che meritava la ristampa, come altre opere di Russel, per tutte cito Le sentinelle del cielo (Sentinels from space, 1953).
Il volume è completato da uno scritto di Charles Fort, infaticabile raccoglitore di fatti inspiegabili e curiosi, nonché ispiratore di Russel per questo romanzo ma anche di altri autori di fantascienza.
Personalmente confesso di non credere più di tanto alle teorie di Fort, ma se ci hanno dato romanzi come Schiavi degli invisibili a qualcosa sono indubbiamente servite.
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