Lovecraft ci ha abituato ad un mondo dominato da numi malvagi che vogliono la corruzione dell'umanità, numi che esistono nell'intorno quotidiano e di cui noi, mortali, ignoriamo l'esistenza o fingiamo di non riconoscere. H. P. Lovecraft per primo ha descritto un mondo ascoso dove le tenebre non sono solo il sudario che avvolge la Terra ma anche il lenzuolo funebre che fascia l'anima di ogni singolo essere presente su questa terra di dolore cosmico. La visione lovecraftiana del mondo non è sicuramente delle più ottimiste, ma è proprio questo che affascina ancor oggi il lettore moderno. Con Il Talismano (scritto in collaborazione con Peter Straub), It, L'Ombra dello Scorpione, Stephen King ha riesumato le tematiche lovecraftiane per adattarle ad un horror facilmente commerciabile; tuttavia, It e almeno Il Talismano rimangono nel loro genere "commerciale" dei lavori non facilmente imitabili, che se nulla di nuovo aggiungono alla letteratura d'essay, almeno non la deprezzano.

"La vida es demasiado pobre para non ser también inmortal", ovvero "la vita è troppo povera per non esser anche immortale" ebbe a dire il famoso scrittore argentino Jorge Luis. Borges ed ancora nell'"Elogio dell'ombra, la sua poesia sempre sospesa fra un grande senso di umanità visionario e misticismo gotico, Borges ci dice che "Nella vita son sempre state troppe le cose; / Democrito di Abdera si strappò gli occhi per pensare; / il tempo è stato il mio Democrito. / Questa penombra è lenta e non fa male; / scorre per un mite pendio / e somiglia all'eterno", un concetto poetico che bene si coniuga con il sentimento dell'ultimo romanzo di Carlos Eduardo Feeling, Il male minore. E' giudizio di Sergio Pent, che ha firmato la postfazione all'ultima fatica di C. E. Feeling, che "il significato di questo romanzo va cercato, secondo noi, nella incapacità umana di definire le proprie angosce; oltre i limiti - le Recinzioni - della ragione, non siamo più in grado di riconoscerci e di appartenerci, e la soglia del Mistero si può spalancare come un abisso, concretizzando tutte le più ancestrali paure. Definire questo lavoro di Feiling... come un divertissement, significherebbe sminuirlo di tutte le simbologie che hanno caratterizzato da sempre la narrativa latinoamericana... l'atmosfera ci sussurra che è lecito andare oltre le supposizioni... Eppure, viene da dire, questo non sembra un noir, piuttosto un romanzo a tinte fosche che ci fa riaffiorare a un passato in cui le ombre maligne delle presenze mefitiche create dal Solitario di Providence - il sommo Lovecraft - o dal suo quasi coetaneo Abraham Merritt, causavano turbamenti inafferrabili alle nostre serate adolescenti... Feiling è un altro tardo epigono del romanzo gotico? Anche qui, le case infernali di Richard Matheson, le ghost story di Peter Straub, non abbiamo che l'imbarazzo della scelta. Eppure no...".

La letteratura latinoamericana vanta nomi illustri di scrittori, che pur non affrontando apertamente il noir come loro stile, hanno dato vita ad un immaginario folcloristico che affascina e spaventa allo stesso tempo; ad esempio, Paradiso dello scrittore cubano José Lezama Lima affronta con raffinato lavoro linguistico il mito di Faust nella vita quotidiana: "Che cos'è Paradiso...? E' mia madre, è la mia famiglia, è l'amicizia. E poi c'è la presenza di Oppiano Licario: una specie di dottor Faust, un ente tibetano, l'uomo che vive nella città delle stalattiti, l'Eros dell'assoluta lontananza", spiega Lima. Paradiso di Lima richiese più di dodici anni di lavoro e venne pubblicato nel 1966 all'Avana: un romanzo forte, cupo, che subito fece arricciare il naso ai benpensanti americani e solo grazie al tempestivo interessamento di Fidel Castro fu evitato il sequestro e la condanna dell'opera, una opera massima della cultura latinoamericana, che meriterebbe di esser riletta con attenzione dalle nuove generazioni di letterati europei e non. Dell'amore e di altri demoni insieme a Cent'anni di solitudine di Gabriel García Márquez sono altri due notevoli esempi di come la cultura latinoamericana è sempre riuscita a dosare nelle giuste proporzioni elementi fantastici e reali nella propria cultura letteraria: inquadrare lo stile artistico di Carlos Eduardo Feiling è pressoché impossibile, anche se si ha la tentazione di accostarlo a nomi quali Borges e Lovecraft. Sicuramente Feiling ha risentito - e non poco - dell'influenza di entrambi così come di Edgard Allan Poe e Stephen King; tuttavia collocare Feiling tra gli autori horror o dark non è completamente possibile: Feiling, ho l'impressione che rifiuti di indossare la veste dello scrittore di settore.

Il male minore di Carlos Eduardo Feiling è stato pubblicato in Argentina già nel 1996 e con un ritardo notevole giunge finalmente anche fra le mani del lettore italiano, che purtroppo, non potrà far a meno di notare i grossolani errori di traduzione, ma è già quasi un miracolo che l'ultima fatica dello scrittore argentino sia stata pubblicata in Italia. Carlos Eduardo Feiling con El mal menor ha rinverdito la tradizione culturale latinoamericana con una espressione personalissima di quel mondo lovecraftiano dominato da atri numi, che spalancano porte verso un mondo maligno di zolfo e corruzione gnostica. La storia è quella di Inés Gaos, cocainomane, che si trasferisce in un appartamento, apparentemente, innocuo presso San Telmo, un quartiere povero di Buenos Aires. Insieme all'amico Alberto apre e conduce un ristorante: entrambi tirano larghe piste di coca, ma Inés, rispetto ad Alberto, sembra più fragile e difatti comincia ad avere strane visioni, che, poi, si riveleranno per quel che sono in realtà, manifestazioni concrete del Male e non semplici suggestioni dovute all'abuso di stupefacenti. Inés incontra Nancy, inquilina impicciona, che la mette in guardia sulle presenze faustiane che invadono la casa; ma la snob Inés è troppo presa da se stessa per dar retta ai vaneggiamenti di Lucy e per un certo periodo di tempo finge che la casa non sia realmente infestata dai demoni ripetendo a se stessa che è solo autosuggestione. Ma la morte del suo fidanzato (meglio sarebbe dire uno dei suoi amanti) farà di Inés una donna con i nervi a fior di pelle: la morte dell'uomo a dir poco strana, aprirà la mente di Inés ad accettare l'idea che il mondo potrebbe esser effettivamente sotto il controllo di forze malefiche. L'incontro con Nelson Floreal, cartomante uruguayano, le spiegherà molte cose e anche Alberto Leboud finirà con il prestar fede alla storia del cartomante: il mondo non precipita nelle tenebre perché la Recinzione che gli Arconti tengono insieme non permette ai demoni di scorrazzare e far danni così come vorrebbero. E Nelson Floreal è uno degli arconti: Inés finalmente si convince dell'onestà del cartomante e l'affianca nella lotta contro il Male, ma questo ha il sopravvento su Nelson, che a stento riesce a proteggere Inés e ad eleggerla sua adepta prima di tirar le cuoia. Insieme ad Alberto, Inés si mette alla prova contro il Male, che ormai ha fatto già fuori un buon numero di arconti sparsi per il mondo: vani i tentativi di Inés, gli arconti ancora in vita non le rispondono o non sanno come risponderle o sono già morti. La donna, che non ha nulla affatto rinunciato a tirar di coca, indarno si batte contro il Male, finisce a letto con Alberto che aveva sempre (o quasi) considerato solo un amico... e alla fine scoprirà di esser lei stessa parte integrante del Male che circola per il mondo reale, lei che non ricorda quando ha sterminato la famiglia di Nancy... Ed Alberto intanto ride a sua insaputa di Lei, di Lei che trova nel suicidio l'unica via di uscita provvisoria da un mondo corrotto.

Il male minore di Feiling è un ottimo romanzo nella migliore tradizione latinoamericana, che vede impegnati i protagonisti e in Argentina e a Cuba: oltre ad essere un romanzo cupo, è uno sguardo - forse disincantato ma non troppo - sulle ultime vicissitudini che hanno segnato la vita dell'Argentina, un grande romanzo che C. E. Feiling ci ha regalato come sua opera ultima prima della dipartita avvenuta assai precocemente all'età di trentasei anni per leucemia. Se H. P. Lovecraft è stato il grande insuperabile maestro del pessimismo cosmico, Feiling con questo lavoro non gli è da meno: ma Lovecraft e Feiling sono due scrittori distinti, e anche se Feiling è stato influenzato da Lovecraft, l'originalità dello scrittore argentino è indiscutibile e per rendersene conto basta leggere Il male minore".