Rizzoli propone un romanzo dello scrittore belga Willy Deweert dal titolo Il manoscritto di Santa Caterina (Le manuscrit de Sainte-Catherine, 2010), un thriller esoterico con forti venature di fantascienza. La storia si svolge in un futuro relativamente vicino e narra anche del rapporto uomo – Dio, un Dio che però può rivelarsi collerico e vendicativo.
Tutto inizia nel 2016 presso il monastero di Santa Caterina nel Sinai. Qui Hieronymus, monaco bibliotecario, riordinando una parte della vasta biblioteca trova, tra centinaia li volumi, carte, manoscritti e molto altro, un libro di una trentina di pagine. Rimane meravigliato e affascinato alla lettura del contenuto. Sembra sia stato scritto da Dio in persona. Non fidandosi degli altri confratelli decide di far leggere il manoscritto a un santo monaco copto che vive in un monastero sull’altra sponda del golfo di Suez. Ma durante il viaggio sarà ucciso e del manoscritto non si saprà più nulla.
Successivamente l’azione si sposta nel tempo e nello spazio. Siamo nel 2018 a Cefalù, dove letteralmente vegeta il dottor Salvo D’Ambrosi. Un anno prima ha avuto un incidente d’auto nel quale è morta l'adorata figlia Flora. Quando però sul suo computer riceve un misterioso messaggio inviato proprio da Flora, si risveglia e, aiutato da una collega della figlia, decide di investigare sulle sue attività di giornalista. Poco prima di morire Flora doveva incontrarsi con un monaco. L’indagine si rivelerà molto pericolosa. I due dovranno affrontare un lungo viaggio alla ricerca della verità, un viaggio pieno di pericoli e di morte. Nel contempo l'umanità sarà terrorizzata da una serie di segni apocalittici, inviati da un Dio collerico e vendicatore...
Un brano dal testo. Dopo quattro giorni di cammino estenuante, nel cuore di un paesaggio frastagliato, la sera di lunedì 26 dicembre decise di passare la notte in una delle tante grotte scavate nella roccia. In tutto il giorno non aveva incontrato anima viva. Si sistemò il più confortevolmente possibile, aprì lo zaino e si rifocillò con un po' di pane e formaggio. La riserva d'acqua cominciava a scarseggiare; l'indomani avrebbe raggiunto un pozzo dove avrebbe riempito l'otre. Stava per avvolgersi nella coperta quando percepì una presenza. Una sagoma si stagliò all'ingresso della grotta. La illuminò con la torcia: Maximos! Come aveva fatto a seguirlo? Non gli aveva mai visto un viso così astioso. «Allora ce la siamo squagliata!» La familiarità di quell'approccio non augurava nulla di buono. Hieronymos non provò nessuna inquietudine. Fissò il suo collaboratore.
«Cosa vuoi, Maximos?»
«Il tuo zaino.»
«E se rifiutassi?»
«In tal caso, peggio per te. Ne ho già viste abbastanza, provvederò da solo. Quello che hai nascosto sotto la tonaca quando cercavi il Panegirico di Efrem deve essere tanto prezioso, altrimenti non avresti rischiato la vita per portarlo Dio sa dove. Dammelo. Non costringermi a ucciderti.» Stupefatto, Maximos vide i tratti di Hieronymos trasformarsi, irradiare una luce sovrannaturale. Il vecchio bibliotecario sorrise e mormorò: «Sia fatta la tua volontà».
Maximos raccolse da terra una pietra pesante e gli fracassò il cranio. Si impossessò del «Libro», afferrò il copricapo di Hieronymos, se lo calcò in testa e fuggì nella notte senza degnare di uno sguardo la sua vittima.
L’autore. Willy Deweert ha insegnato retorica nel collegio gesuita Saint-Michel di Bruxelles e vive in Belgio. Questo è il suo primo romanzo tradotto in italiano. Tra gli altri bestseller in Francia e in Belgio, ricordiamo Les allumettes de la sacristie, Mystalogia e Le prix Atlantis.
La quarta di copertina. Sinai, 2016: padre Hieronymos, il saggio bibliotecario del monastero di Santa Caterina, scopre per caso un antichissimo manoscritto di una trentina di pagine. Non corrisponde a nessuna opera conosciuta, e di lettura in lettura Hieronymos si convince della sua eccezionalità. Intende farlo esaminare a un santo monaco del monastero copto di Sant’Antonio, sull’altra sponda del golfo di Suez, ma non arriverà mai a destinazione. A Cefalù, Salvo D’Ambrosi, celebre chirurgo, vegeta in casa della sorella dopo aver perso la memoria nell’incidente d’auto in cui, un anno prima, è rimasta uccisa la figlia Flora, giornalista investigativa. Quando sul suo computer appare un messaggio lasciato da Flora, Salvo torna improvvisamente alla vita, e si interroga proprio sulla morte della figlia. Si è trattato di un attentato, legato alle inchieste di Flora? Tiziana, una collega giornalista, gli racconta che Flora avrebbe dovuto incontrare un sacerdote riguardo a un misterioso manoscritto. Per una strana coincidenza, anche quel sacerdote è morto.
Salvo e Tiziana cominciano così un viaggio insanguinato alla ricerca della verità, tra l’Egitto e Washington, tra Panama e Heidelberg. Intanto, l’umanità è terrorizzata da una serie di segni apocalittici, inviati da un Dio collerico e vendicatore.
Willy Deweert, Il manoscritto di Santa Caterina (Le manuscrit de Sainte-Catherine, 2010)
Traduzione Stefania Ricciardi, Rizzoli, collana Rizzoli best, pagg. 363, euro 18,00
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