La finanziaria 2011 che Barack Obama ha reso pubblica ha messo la parola fine, almeno per questo decennio, al progetto di ritorno della Nasa sulla Luna. La forte crisi economica in corso ha convinto la Casa Bianca a limitare gli sforzi economici dell'Agenzia spaziale solo allo sviluppo di veicoli in grado di raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale. Gli space shuttle andranno in pensione come previsto e la Iss rimarrà in orbita almeno fino al 2020; il tutto grazie anche a una cooperazione internazionale che permetterà di condividere tecnologie e tagliare i costi.
Nel 2011 la NASA avrebbe dovuto iniziare il lavoro su altri due componenti fondamentali per il ritorno sulla nostra Luna: il modulo di allunaggio e il vettore Ares V, in grado di trasportare anche carico addizionale. La prospettiva di costruire una base lunare era tuttavia stata criticata da alcuni esperti, secondo i quali sarebbe stata una strada senza uscita che avrebbe assorbito troppe risorse finanziarie.
La rivalutazione del programma sembrerebbe escludere il possibile mantenimento della flotta degli space shuttle oltre la data di ritiro prevista del 2011, scelta che costerebbe circa tre miliardi di dollari l'anno, oltre ad aumentare la probabilità di incidenti mortali. Molti ricercatori sono preoccupati dal fatto che nei prossimi anni il budget della Nasa sarà sempre più assorbito dalle ultime missioni shuttle, e quindi dalla possibilità di riparare le sonde e i satelliti già in orbita, ma anche dai nuovi lanci per scopi scientifici.
Se vogliamo vedere per forza il bicchiere mezzo pieno, l’ipotesi che la NASA abbandoni i voli con equipaggio in orbita bassa potrebbe far decollare i viaggi spaziali di massa. Quando la NASA ritirerà gli shuttle, entro il 2011, gli Stati Uniti non avranno più mezzi per portare astronauti o rifornimenti sulla Stazione spaziale internazionale. E allora, forse, arriveranno i privati. In teoria, un sostegno pubblico iniziale a imprenditori coraggiosi potrebbe stimolare la nascita di un'economia centrata sui viaggi spaziali, grazie alla competizione che farebbe abbassare sempre di più i prezzi. Ma nessuno sa se le start-up riusciranno davvero a costruire veicoli spaziali sicuri, economici e affidabili. Se fallissero, l’esplorazione umana dello spazio potrebbe regredire di decenni. E i nostri sogni con loro…
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