Locus Magazine, la rivista americana dedicata alle notizie, alle interviste, alle recensioni e soprattutto alla critica della fiction speculativa (comprendendo oltre alla fantascienza anche fantasy, horror, weird) inaugura con il numero di gennaio 2011 il suo formato digitale.
Fondata nel 1968 da Charles N. Brown, che ne è stato il direttore fino alla sua scomparsa avvenuta nel luglio del 2009, Locus è diventata ben presto il punto di riferimento di tutto il settore editoriale di genere presentando, oltre a una selezione di notizie (in epoche in cui era difficile trovare notizie di fantascienza raccolte assieme), report delle convention nazionali e internazionali, dettagli delle pubblicazioni e degli autori, collaborazioni con gli autori o editor più affermati (Leiber, Budrys, Dozois, Doctorow per citarne solo alcuni). Ha vinto ben ventinove volte il Premio Hugo (otto volte come migliore fanzine e ventuno come rivista semiprofessionale) e ora è diretta dalla vice di Brown, Liza Groen Trombi.
La versione digitale, che andrà ad affiancarsi a quella stampata in maniera tradizionale, sarà disponibile in: pdf (leggibile anche su iPad, anche se la versione pdf ha lo stesso layout della versione tradizionale e quindi potrebbe risultare scomoda), epub (per varie piattaforme tra cui Sony Reader, Apple iBooks e iPad) e Kindle (in edizione. mobi). La nuova versione può essere acquistata in abbonamento separatamente o assieme a quella su carta, oppure come singolo numero al prezzo di 5 dollari e 50 (il prezzo di copertina su carta è di 6.95 dollari).
Il primo numero digitale sarà il seicento (il primo numero del quarantaquattresimo anno di pubblicazione) e conterrà una presentazione speciale dell'avvenimento con articoli dedicati a opera di Neil Gaiman, Cory Doctorow, Charles Stross, John Scalzi, Greg Bear, Elizabeth Bear, oltre a un'intervista con Robert Sawyer.
I vantaggi della "nuova era digitale" sono evidenti sia in patria, soprattutto per una rivista che negli anni ha subito un'erosione di lettori (negli USA tutte le riviste del settore hanno perso percentuali di vendita anche in maniera più rilevante), complice l'aumento smisurato dei costi di spedizione, sia oltreoceano, dove la rivista deve essere importata con i tradizionali (e insicuri) metodi di distribuzione.
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