Lo scambio tra scienza e fantascienza è del resto reciproco e stimolante. Molti scrittori del genere sono anche scienziati, e tanti scienziati o tecnici sono diventati tali per aver letto romanzi di science fiction.
Certo, altra cosa, è un film o un telefilm di fantascienza. Al di là del linguaggio (parole contro immagini e parole), una fiction televisiva o un film presentano la scienza inevitabilmente attraverso una sintesi frettolosa e molto spesso grossolana. Ogni volta che un film di science fiction diviene un fenomeno al botteghino, infatti, puntualmente cominciano a trapelare articoli in cui si elencano gli errori “scientifici” che il film compie. Sono, forse, passati i tempi in cui un film come Star Trek – quello del 1979 – si avvaleva della consulenza di Isaac Asimov, che, come è noto, oltre ad essere stato uno scrittore, era anche uno scienziato ed un grande divulgatore scientifico. Ora Hollywood lascia tutto nelle mani di giovani e sprovveduti sceneggiatori.Quello che vogliamo sottolineare, però, è che uno scrittore ha tutto lo spazio (parole e pagine) per spiegare una teoria scientifica, o per delinearne una falsa, ma plausibile per la sua storia, innescando quella stimolazione che non può che fare che bene sia al sapere scientifico sia a quello fantascientifico. Tanto, alla fine, vale sempre la massima di Arthur C. Clarke, con buona pace di scienziati e scrittori: “una tecnologia sufficientemente progredita risulta indistinguibile dalla magia”.
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