Protagonista principale è Jarrod, interpretato da Eric Balfour, habitué di serie tv di successo e con un paio di ruoli sul grande schermo (il remake di Non aprite quella porta, In Her Shoes – Se fossi lei, il controverso Il sesso secondo lei dove non disdegna di apparire in un nudo integrale). L’inevitabile controparte femminile è Elaine, interpretata da Scottie Thompson (ballerina di talento, riciclatasi con successo nella televisione, nella serie NCIS, e ultimamente affacciatasi sul grande schermo, con una comparsata nell’ultimo Star Trek, dove appare in un breve flashback come moglie del villain, Nero). Nel corso della loro gita californiana, Jarrod ed Elaine s’imbattono negli inquietanti fasci di luce blu che spuntano dal cielo. Si trovano a Los Angeles, nell’appartamento del miglior amico di Jarrod, Terry (interpretato da Donald Faison, volto noto della serie Scrubs), per festeggiarne il compleanno, insieme alla ragazza di Terry, Candice (l’attrice Brittany Daniel, star ai suoi tempi di Sweet Valley High con la sorella gemella Cynthia). Su Los Angeles incombono spaventose astronavi, che ricordano le analoghe scene di Independence Day e District 9: fuori di casa, gli umani trasformati in strumenti passivi della volontà extraterrestre e mostruose creature aliene stanno dando la caccia a tutti coloro che sono sfuggiti alla pesca miracolosa. Non a caso si citavano prima War of the World e Invasion: come lo spettatore avrà modo di riconoscere, sono infatti i due imprescindibili punti di riferimento di Skyline. Da un lato la fantascienza catastrofica che mette in scena clamorose invasioni aliene, dall’altro la penetrazione silenziosa (o quasi), dove gli alieni si servono degli umani ridotti in loro potere per realizzare i propri obiettivi di conquista (come anche in V).
La critica americana non ha accolto molto bene il prodotto finale. Per alcuni, Skyline non si discosta molto dalle produzioni televisive di SyFy, il canale televisivo satellitare dedicato alla fantascienza, i cui serial o film-tv sono spesso bollati come prodotti di serie B. Certo, Skyline non si propone come un film di fantascienza riflessiva: tra il modello Inception e il modello Avatar, per citare i due film-simbolo del 2010, Skyline è decisamente sul secondo tipo. Viene spontaneo chiedersi se la storia non sia un mero pretesto per divertirsi con gli effetti speciali. Certo, i fratelli Strause sono i maghi dietro il capolavoro visivo di Cameron: ma lì c’era un lavoro portato avanti per anni, la complessa gestazione di un intero nuovo mondo frutto dell’immaginazione di un film-maker che dalla fantascienza aveva attinto a piene mani. Con Skyline, l’elaborazione del soggetto e della sceneggiatura è stata trattata come un inutile orpello, con il risultato di dare allo spettatore l’impressione di qualcosa di già visto. La stessa performance degli attori ne risulta compromessa. Del resto, come hanno chiarito i registi, l’intenzione era quella di “non perdere tempo con riprese frivole”: una dichiarazione onesta, dato che per i fratelli Strause Skyline non è tanto fantascienza, quanto piuttosto un “thriller fantascientifico”.
La dinamica è quella “à la MTV”, come l’hanno definita da tempo alcuni critici: tempi concitati, molte domande, poche risposte, attori venuti dal nulla, ma molto cool. Magari il giusto riferimento sarebbe Cloverfield, rivelazione a basso costo di Matt Reeves, più celebre per essere stato prodotto e sponsorizzato da J.J. Abrams. Anche lì, l’invasione aliena – limitata in quel caso a una sola mostruosa entità, rispetto all’assalto en masse di Skyline – si svolgeva nelle strade metropolitane, ripresa da attoniti spettatori in vorticose e confuse sequenze dove ben poco spazio veniva lasciato alle risposte cercate dal pubblico. In entrambi i casi, comunque, il successo non è mancato: aiutato dal viral marketing, il film di Reeves ha guadagnato circa 170 milioni di dollari, mentre Skyline (che è costato quasi dieci milioni in meno) sta viaggiando verso i 100, quota che potrebbe toccare con le prossime uscite internazionali, tra cui quella italiana.
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