Un secolo dopo la catastrofe che ha sconvolto il nostro pianeta rendendolo una landa disseccata costeggiata da oceani avvelenati, uno strano viandante si muove fra le ultime vestigia della civiltà portando con se troppi segreti ed infausti eventi.
Per più di trent'anni il filone post-apocalittico della fantascienza ha continuato ad attirare l'attenzione del pubblico e quella degli autori dando vita ad opere più o meno memorabili sia in campo letterario che cinematografico che fumettistico. Film come Mad Max, alla fine degli anni '70, manga e serie animate come Hokuto no Ken, verso la metà degli anni '80, o come gli splendidi Nausicaa di Hayao Miyazaki e il Legend of Mother Sarah, per non parlare di Akira, nati dalla penna di Katsuhiro Otomo, sono riusciti a travalicare l'interesse di appassionati ed addetti ai lavori per diventare pietre miliari dell'immaginario collettivo. E' quindi difficile, al giorno d'oggi, riuscire ad aggiungere qualcosa di nuovo al genere o anche solo accostarvisi senza evocare un'atmosfera di déjà-vu a priori letale per la buona riuscita di una qualsiasi opera.
Lo scrittore inglese Antony Johnston non si è dato per vinto e nel 2006 ha debuttato in America con una serie che avrebbe tentato, almeno nella dichiarazione dell'autore, di toccare le tematiche classiche del genere portandole verso nuovi ed inaspettati sviluppi. E' così nata Wasteland, pubblicata dalla casa editrice Oni Press e portata in Italia dalla ReNoir Comics che ha appena presentato, in occasione di Lucca Comics, il secondo volume: Wasteland: l'ombra di Dio. Se nel primo volume della serie ancora non era del tutto chiaro che cosa l'opera avrebbe potuto contenere di innovativo o almeno di non troppo scontato, in questo volume le intenzioni di Johnston cominciano a rivelare l'ombra di un disegno particolare, ancora però un pò troppo sfocato ed evanescente.
Dopo la distruzione della cittadina di Providence uno strano gruppo di sopravvissuti guidati dal misterioso Michael, straniero senza memoria ma dotato di peculiari facoltà, e da Abi, lo sceriffo di Providence che sembra avere qualcosa in comune con lo stesso Michael, arrivano stremati ed in fin di vita a New Begins, considerata una grande città e un baluardo di civiltà rispetto alle selvagge e letali terre che la circondano. Quella che avrebbe potuto essere la Terra Promessa si rivela però una trappola non meno pericolosa di quanto le sta attorno, con diverse fazioni in lotta fra loro e guidata dall'insondabile e pazzo Marcus, il cieco ma sempre giovane fondatore di New Begins. Deciso a mantenere salda la sua presa sulla città ed a favorire lo sviluppo del culto della propria persona in contrapposizione a quello dei Solari, Marcus rivolgerà la propria attenzione in particolare su Michael ed Abi, legati a lui da trame misteriose, ed inconsapevoli catalizzatori per i terribili eventi che cominciano a profilarsi all'orizzonte.
La narrazione di Johnston non perde un colpo e si muove come una macchina ben oliata guidando il lettore in un mondo crudele ed ormai distrutto che si dibatte negli ultimi ansiti di vita prima della fine. Non ci sono lieti fine, non ci sono sconti sul destino ma solo la crudele volontà di ognuno di sopravvivere che spesso e volentieri calpesta anche la più piccola parvenza di dignità o di calore umano. Nulla di nuovo fino a qui e nulla di nuovo nella caratterizzazione dei personaggi principali come eroi riluttanti che si trovano invischiati in eventi più grandi di loro e che solo dopo errori e costosi sbagli si ritrovano volenti o nolenti a fare la cosa giusta. Vari destini misteriosi si intrecciano sullo sfondo della mitica città di A-Ree-Yass-I, una terra promessa da cui è partita la distruzione del nostro pianeta e che potrebbe contenere le chiavi per la sua salvezza. Un buono sfondo, una buona struttura, una scrittura ben calibrata ma ancora solo l'accenno di particolari che potrebbero traghettare la serie fuori dalla palude rappresentata dai suoi illustri predecessori, mantenendo quanto promesso dall'autore in apertura in termini di innovazione. Particolari di esperimenti genetici, di ragazzi con strani poteri, accenni alla tecnologia pre-cataclisma sono in effetti sufficienti a solleticare l'interesse del lettore, ma piuttosto lontani da soddisfarlo in pieno o stupirlo, o da portarlo a pensare di potersi aspettare un qualche sviluppo veramente coinvolgente ed inaspettato da una trama che ha nella prevedibilità uno dei suoi difetti peggiori. Wasteland non sta ancora affondando nella palude di quanto l'ha preceduta ma se tiene fuori la testa allora la sta tenendo fuori per un soffio, in attesa di uno sforzo maggiore da parte di un bravo e dotato scrittore che non può e non deve ritenersi appagato nel sedersi sulla montagna di materiale dal quale può attingere.
Ottimi i disegni di Christopher Mitten e molto adeguati al bianco e nero della serie ma un pò troppo legati ad uno stile orientale, tipico dei manga, che contribuisce ancora di più ad evocare gli spettri narrativi da cui ci si vuole e deve a tutti i costi discostare per arrivare ad una perfetta riuscita dell'opera. Tratto curato, personaggi ben delineati e discreto occhio ai dettagli sono elementi che di base potrebbero caratterizzare un eccezionale disegnatore, forse ancora un pò troppo anonimo e con uno stile personale non pienamente sviluppato.
In ogni caso, ci troviamo davanti a una buona lettura, tappa obbligata per gli appassionati del genere post-apocalittico, ed interessante per coloro che cercano un punto di partenza verso una storia in grado di contenere le potenzialità, ancora non appieno sfruttate, per diventare memorabile.
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