Scrivere per un libro cartaceo e per un ebook è la stessa cosa, o il mezzo con cui viene distribuito un libro può influenzare lo stile di uno scrittore?
Antonio Bellomi: Se un libro è destinato solo alla pubblicazione elettronica è possibile che l'autore si senta più spinto a usare un linguaggio rapido e frasi brevi. Il che tutto sommato non sarebbe male visti certi sbrodolamenti. Personalmente amo molto la sintesi nella scrittura, quindi spero nel libro elettronico per leggere opere più compatte.
Luca Masali: Il mezzo DEVE influenzare il modo di scrivere! Il cinema degli esordi assomigliava al teatro, perché sceneggiatori, registi e attori, e naturalmente il pubblico, conoscevano solo il linguaggio del teatro. Poi il cinema ha cominciato a imparare a essere sé stesso, è diventato grande e ha inventato il suo personalissimo modo di raccontare storie, profondamente diverso dal linguaggi teatrale; non migliore o peggiore, semplicemente un'altra cosa. L'ebook diventerà grande solo quando gli scrittori, gli editori e i lettori impareranno davvero a usarlo in modo creativo. Domani e non ci basterà più la semplice digitalizzazione di testi pensati per la carta, maneggeremo ebook che non assomigliano nemmeno vagamente ai libri di oggi.
Dario Tonani: È presto perché gli autori si sentano “influenzati” dal nuovo strumento; siamo tutti cresciuti con la carta e l'unico sentimento comune credo che sia ancora quello dello stupore per quello che ci si profila davanti. Supore e aspettative, certo. L'e-book al momento è una rivoluzione soprattutto per i lettori, lo è decisamente meno per chi scrive, almeno per quanti - a diverso titolo - sul mercato ci sono già. Altro è il discorso per chi ha trovato finora porte chiuse presso gli editori tradizionali e che con il libro digitale vedrà probabilmente moltiplicate le proprie chance di raggiungere una platea allargata. In prospettiva la situazione potrebbe cambiare: forse - data la modalità di fruire di un testo da uno schermo - si scriveranno libri meno elefantiaci, con riferimenti ipertestuali e contenuti extra. Chissà…
La diffusione degli ebook porterà, secondo te, a un incremento del numero dei lettori, in generale, e nel campo della fantascienza in particolare?
Antonio Bellomi: No, non credo. I lettori sono quelli che sono e aumenteranno secondo me solo se aumenterà la voglia di leggere. Questo in generale, ma anche per la fantascienza. Non vedo perché un testo elettronico dovrebbe fare guadagnare lettori. A meno che nelle pagine del libro elettronico ci siano anche le "illustrazioni", ma non semplici disegni, bensì scene animate. Immaginatevi un libro di battaglie stellari, come il mio Impero dei Mizar, tanto per farmi un po' di pubblicità, dove nel mezzo di una scena di battaglia stellare ci sia un breve filmato in stile cinematografico. Questo sì che sarebbe un plus! O un libro erotico con scene di sesso. O un giallo d'azione con morti ammazzati. Un libro a sfondo storico con scene in costume.
Luca Masali: Porterà a un modo diverso di leggere, molto più legato al social network e alla nostra vita digitale. Cambierà tutto, a cominciare dal modo in cui verremo in contatto con le cose da leggere. Io prendo la metropolitana tra Corvetto e Duomo; una quindicina di minuti di viaggio, niente di più facile che poco prima che arrivi il treno un servizio personalizzato mi dicesse “ guarda, per un quarto d'ora ti consiglio questo racconto di Tizio, quello che aveva scritto quel romanzo che ti era piaciuto e ne avevi parlato su Anobii”. O magari a lasciarmi una specie di messaggio in bottiglia digitale potrebbe essere uno che ha preso il treno prima di me e mi ha lasciato (virtualmente) sul sedile un racconto che gli è piaciuto. Altro servizi potrebbero scattare a seconda di dove uno si trova; chissà, magari un giorno va in vacanza a Cadenabbia, sul lago di Como, e dopo qualche giorno il server gli dice “Ehi, ma lo sai che qui è ambientato un fantastico romanzo che parla di spie e contrabbandieri, con un vecchio barcaiolo a indagare su un mistero sconvolgente?”
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