Ci sarà poi il fattore editori. Già oggi su internet si trovano gratuitamente (leggi piratati) testi

Luca Masali: Assolutamente sì, e le ragioni sono tantissime. La più importante è che piratare un libro è costoso, lungo e complicato: ci vuole una fotocopiatrice, un sacco di pazienza e viene pure uno schifo. Solo chi ama davvero un libro può sottoporsi a un simile supplizio. Eppure la pirateria è indispensabile alla cultura. Oggi la gente che legge è una rarità, bisogna invitare più gente possibile al banchetto delle parole, e lasciare che tutti assaggino in santa pace la tartina che gli piace, poi ne vorranno altre. L’appetito vien mangiando, e se uno si abboffa copiando, tanto di guadagnato: avremo un cliente in meno, ma un lettore in più. Certo, perché il gioco sia divertente i pirati vanno un pochino contrastati, ma senza esagerare, sennò si stufano e non giocano più con noi; a guardie e ladri tutti noi siamo entusiasticamente pronti a buttarci nella squadra dei ladri, ma se nessuno vuol giocare a fare la guardia, ci si stufa subito.
Dario Tonani: È innegabile che stiamo vivendo una svolta che si annuncia epocale per il mercato dell'editoria. Ho detto “si annuncia” perché questi al momento sono i proclami degli addetti ai lavori e che ancora, per l'Italia, attendono il conforto di dati attendibili. Il futuro, però, è lì, mi sembra innegabile: dopo Natale, sapremo probabilmente con che velocità ci arriveremo. Una cosa è però certa da subito, il libro digitale modificherà il nostro modo di rapportarci ai libri e avrà bisogno di tutta la nostra capacità di adattamento per affermarsi. Come nel passaggio dal CD alla musica digitale, qualcuno storcerà la bocca e, nel limite del possibile, cercherà di opporre resistenza. Ma credo che alla fine dovrà riconoscere onestamente i vantaggi del nuovo che avanza. Quali? Direi almeno tre, ai quali ne sono però associati altri, a cascata: 1) l'e-book aumenterà a dismisura la vita del prodotto libro, resuscitando al contempo titoli da anni fuori catalogo; 2) contribuirà a ridistribuire in modo meno schizofrenico i compensi che ruotano attorno al prodotto-libro, esautorando i distributori dalla loro posizione dominante; 3) daranno più spazio ai nuovi autori, all'editoria “indie” e a quanti, tra le mura di casa, si trovano minacciati dagli scaffali della loro libreria… Per non parlare della possibilità, finora inedita per un lettore, di “manipolare” i contenuti di un libro effettuando ricerche testuali, estrapolando brani per costruire un proprio archivio personale, creando collegamenti tra opere diverse: magari a chi legge fiction questo non interesserà, ma penso all'editoria scolastica e universitaria, a quella tecnico-scientifica, alla stampa periodica.
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