"Il primo rivelatore al mondo sottomarino sarà con molta probabilità a Sud della Sicilia, al largo di Capo Passero (a 60 km di distanza) presso Malta. Lì vi sono le migliori condizioni del Mediterraneo: prossimità della costa, profondità adatta, bassi livelli di sedimentazione (biologica e no), fondale adeguato all'ancoraggio di strutture, basso rumore di fondo da luminescenza. L'altro sito concorrente è Tolone in Francia, ma qui nel giro di pochi mesi sarebbe sommerso dai detriti portati dai fiumi di mezza Europa. Nè è possibile costruirlo negli oceani." Questo il resoconto di Salvatore Musumeci della conferenza tenuta dal prof Emilio Migneco, direttore dei Laboratori Nazionali del Sud, dell'INFN.

L'idea risale agli anni '60 e c' è stato anche qualche tentativo in questa direzione e la costruzione di prototipi (lago Baikal), ma solo adesso la tecnologia è matura per portare a termine l'impresa.

Servirà per lo studio dei vari fenomeni violenti che avvengono in zone remote dell'Universo, che non è possibile studiare con le usuali tecnologie, astronomia ottica, X, Gamma, ecc... Lo strumento rivelerà anche i neutrini dell'Universo primordiale. Sarà di un chilometro cubo (è il minimo, data la rarità degli eventi) e si affiancherà a quello americano, meno preciso, che è attualmente in costruzione dall'altra parte della terra sotto i ghiacci del polo, per cui si potranno effettuare confronti ed eventuali controlli di coincidenza degli eventi. Questo laboratorio sarà a tremila metri sotto il mare, per evitare il rumore di fondo dei raggi cosmici e rivelerà i neutrini che hanno attraversato la Terra ed eventualmente i monopoli magnetici (se esistono).

"La costruzione di questo rivelatore", scrive Musumeci, "rappresenta una sfida per la Scienza e la tecnologia, si tratta di una nuova frontiera: quella delle profondità marine, non per niente il nome del progetto è NEMO, NEutrin Mediterraneum Observatory, dal famoso capitano del Nautilus. Attualmente i Laboratori Nazionali del Sud stanno costruendo, nelle vicinanze di Catania, un rivelatore di prova a 2000 metri di profondità che servirà anche per ricerche oceanografiche, bio-marine, per monitoraggio ambientale e sismologico. Si trova a 15 km al largo del porto di Catania e sarà la prima stazione sottomarina europea di sorveglianza sismica (è appunto a 15 km da Catania la faglia che ha dato origine a vari terremoti nella costa orientale della Sicilia). Si potranno così studiare le deformazioni e fratture della crosta terrestre che danno luogo ai terremoti ed alle eruzioni vulcaniche, così da ottenere informazioni preziose ai fini della previsione e protezione da questi eventi. Per ulteriori informazioni vedere il sito dell'INFN di Catania." (www.lns.infn.it).