Tutto questo mentre cominciava a furoreggiare la nuova frontiera del sistema solare. I cargo di lungo tragitto che da Giove portavano l’elio-3 per rifornire i bestioni a fusione della Terra assumevano gente con contratti da tre anni. La Regina Macedonia aveva vietato l’accesso a Titano a causa del Morbo, ma il commercio con la colonia di Giapeto era ancora attivo e c’era da fare un mucchio di soldi imbarcandosi su quelle gigantesche navi per Giove e Saturno. Certo i rischi non erano pochi, ma il gioco valeva la candela rispetto ai soliti viaggetti di qualche giorno tra la Terra e la Luna. Per ottenere quegli incarichi la concorrenza era spietata, ma provai comunque a fare domanda, e grazie al mio curriculum quindicennale con un viaggio marziano e poche note di demerito la spuntai su molti altri candidati. Sarei dovuto partire un anno dopo; dodici mesi in cui continuai la mia vita da scaricatore, ma alla fine il sindacato fece saltare il mio turno e mi ritrovai come sempre allo Sloppy Joe’s Bar di Tycho. Un mese e mezzo dopo, mentre stavo per firmare un contratto da trattorista nel progetto di costruzione della Cupola Clavius, ebbi la notizia: la Jove Commerce cercava un nuovo ufficiale esecutivo e avevano deciso di chiamarmi. C’era un solo problema: che la nave non poteva venire a Cerere e dovevo raggiungerla io. Non avendo i soldi per imbarcarmi su una nave passeggeri l’unica possibilità era trovare un impiego su un cargo diretto da quelle parti. Naturalmente ero più che disposto a farlo, ma dovevo anche trovare la nave in oggetto, sempre tenendo conto che i posti per i seleniti erano limitati. Quasi tutte le navi che operavano nella zona erano di proprietà dell’Associazione Mercantile del Corpo Transitorio, e i loro capitani preferivano assumere membri della loro cooperativa piuttosto che quelli del mio sindacato. E poi a me serviva un passaggio sola andata per Cerere; una difficoltà aggiunta.
Fu Schumacher, il rappresentante dei sindacati, a espormi le difficoltà della mia situazione nel suo ufficio di Tycho. Eravamo amici di lunga data, fin da quando eravamo stati colleghi su un rimorchiatore diretto verso la Terra prima che entrasse nel sindacato come delegato di stazione. Per questo aveva cercato di darmi una mano.
– Ascolta, Rohr – esordì, appoggiando le scarpe sul tavolo, – ho fatto una ricerca e forse una possibilità c’è. Ci sarebbe una nave da trasporto merci di classe Ares diretta a Cerere, e sarebbe disposta ad assumerti. Si trova già a LaGrange Quattro e partirà non appena il capitano avrà trovato un ufficiale in seconda.
Detto questo, Schumacher accese un ologramma del vascello, la cui sagoma cominciò a roteare nel proiettore della scrivania. Era il classico bestione da carico minerario: lungo 82 metri tra il motore a nucleo gassoso in testa e il modulo dell’equipaggio a tamburo in coda. Le due estremità erano unite da una parte lunga e stretta e dalla sezione di carico aperta. Nulla di particolarmente insolito. Il tipico rimorchiatore di classe appena superiore alla media, pensai, mentre ingollavo un sorso di whisky da una fiaschetta che Schumacher aveva tirato fuori da un cassetto. – Stupendo. E come si chiama?
– AMCT Comet – mi rispose, dopo un istante di esitazione. – Capitano Bo McKinnon.
Gli ridiedi la fiaschetta stringendomi nelle spalle. – Dunque quale sarebbe il problema?
Batté gli occhi ritappando la fiaschetta invece di assaggiarne il contenuto. – Te lo ripeto – riprese, riponendo il whisky nel cassetto. – Comet. Bo McKinnon. Possibile che tu non ne abbia mai sentito parlare? – terminò, guardandomi come fossi un appestato.
Non ero molto aggiornato sulle navi AMCT e sui loro capitani, in effetti; gente che passava dalla Luna ogni due mesi, giusto il tempo per cambiare carico ed equipaggio. I seleniti ne vedevano pochi; in pratica solo quelli che venivano a sbronzarsi nei bar.
– Il vuoto più totale – esclamai.
– Bella roba – commentò Schumacher chiudendo gli occhi. – Tra tutti proprio tu dovevi essere l’unico a non conoscere Capitan Futuro.
– Capitan che cosa?
Mi scrutò nuovamente. – Dai, dimentichiamo tutto, ok? Facciamo finta di non aver mai affrontato la questione. Tra sei o sette settimane salperà un’altra nave per Cerere. Vedrò di parlare con quelli dell’Associazione e di farti assumere da quella...
– Non posso aspettare tutto quel tempo – esclamai scuotendo il capo. – Se non sbarco a Cerere entro tre mesi perdo il lavoro sul Jove Commerce. Vuoi dirmi cosa non va in questo impiego?
Sospirando, Schumacher recuperò il whisky dal cassetto. – Il problema è il pazzoide che comanda quella nave. McKinnon è il peggior capitano di tutta l’Associazione e nessun membro del suo equipaggio è mai riuscito a resistere più di tanto, salvo forse quella tuttocchi del suo primo ufficiale.
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