Halo insomma è stato e promette di restare per Microsoft una gallina dalle uova d’oro. Il setting di fantascienza continua a offrire, volendo, possibilità di sviluppo intelligenti, oltre che in senso epico e spettacolare, mentre mette al riparo da incidenti di percorso. Gli FPS sono, per definizione, basati sull’applicazione più o meno indiscriminata della forza; ma un conto è sterminare frotte di umanoidi vagamente bestiali fanatici religiosi –e con una violenza così sopra le righe e colorata da riuscire asettica-, altro è allontanarsi dal seminato sicuro offerto da alieni malvagi e nazisti, col rischio di sollevare forti critiche. Ne sa qualcosa Modern Warfare 2, censurato in molti paesi per la famigerata scena No Russian in cui il giocatore partecipa in maniera più o meno passiva a un massacro di civili, oppure il prossimo Medal of Honor di cui sarà vietata la vendita nelle basi militari NATO a causa della possibilità di impersonare talebani in multiplayer. Spesso le reazioni di autorità di classificazione e parlamentari si trasformano in pubblicità gratuita, ma essere oggetto di censura o boicottaggio ha inevitabilmente delle ricadute d’immagine ed economiche. Su questo piano, Halo ha ;;;;sempre offerto buone sicurezze. Ora però che lo studio Bungie ha firmato un accordo con la rivale Activision Blizzard e la proprietà del marchio è completamente nelle mani di Microsoft, non ci sono certezze sul futuro: lo sviluppo di nuovi titoli sarà affidato a un team interno al gigante di Redmond e, se finora le uscite sono state distanziate di alcuni anni, non è scontato che alla gallina miracolosa sarà permesso di covare in pace.