I critici letterari sono spesso avvezzi a leggere narrativa per la sua Sincronicità, ovvero per il modo in cui le miriadi di voci di un dato momento concorrono a rappresentare quel punto preciso nello spaziotempo. Questa non è la stessa idea che John Clute ha del “vero anno” di una storia, l’idea che ogni pezzo di narrativa rifletta inevitabilmente e inconsciamente l’anno in cui è stato composto, non importa se ambientato milioni di anni nel futuro e in un’altra galassia. È anche l’opposto del modo in cui i lettori di Fantascienza vogliono leggere la loro narrativa: questi desiderano che le affascinanti idee degli autori li trasportino dalla loro quotidianità verso luoghi e tempi fantastici che potrebbero concretizzarsi, ma che non esistono ancora. Vogliono evadere dal presente. La Fantascienza ha sempre posseduto un certo grado di deliberata sincronicità, particolarmente evidente nella SF americana satirica degli anni 50 e nella SF dell’Europa orientale prima della caduta del Muro di Berlino. (Dall’introduzione di Controrealtà (a cura di David Hartwell e Kathyn Cramer) Urania Millemondi n. 52 – agosto 2010)
Condurre all’estremizzazione la nostra visione del futuro supponendo che lo sviluppo tecnologico esponenziale non ci porti a un cambio di paradigma da un giorno a un altro, è la chiosa di quest’intervento: proviamo a immaginare un domani diverso da quello che generalmente affascina il lettore tipo di SF, ovvero un modello di tecnologia sì dominante che però, paradossalmente, riesca anche a far risaltare la parte di realtà influenzata dalla sincronicità, così da rivestire ogni aspetto della tecnologia. Uno sciamano tecnologico, quindi, l’uomo – o postuomo - del domani, che la concepisce come un valido supporto del risveglio interiore, non un succedaneo.
Questo quindi potrebbe essere lo zeitgeist del futuro prossimo, una lotta continua tra certezze tecnologiche e brume indeterminate che mettono in gioco l’intima consistenza, soggettiva, della realtà. Questi sono davvero i fondamenti che ci attendono? Sarà davvero così indefinito il fluire del basso futuro? La visione di un giorno imprecisato, magari tra qualche decennio, dove ci si renda conto di star vivendo all’interno di un sogno lucido** e si registri quell’attività in un frame in formato elettronico, così da indagare meglio con la mappa sensoriale aumentata di cui si disporrà cranialmente, è forse la visione più banale che un individuo sensibile al mondo esoterico e degli archétipi potrà concepire nel tipo di futuro che abbiamo tratteggiato fin qui: qualcosa bussa forte alla nostra attenzione, le antiche popolazioni precedenti alla civiltà classica erano forse più complete di noi, pur non possedendo che tecnologia inesistente. Forse la sfida del futuro che dovremo affrontare sarà proprio questa: sempre più individualità che si risvegliano in un paradigma potenziato tecnologicamente, così da accedere a territori mistici prima inarrivabili senza ascesi elitarie.
** Sogno lucido od Onironautica è un'esperienza durante la quale si può prendere coscienza del fatto di stare sognando. Il sognatore in questione, detto onironauta, può quindi, con la pratica, esplorare e modificare a piacere il proprio sogno. (it.wikipedia.org/wiki/Onironautica)
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