L’esperienza psicologica, in questo caso divenuto famoso, ha assunto pregnanza grazie all’affiorare di parallelismi simbolici che Jung, almeno in un primo tempo, collegava all’inconscio collettivo ed agli archetipi. Jung ha descritto tre tipi di sincronicità: nel primo vi è coincidenza tra contenuto psichico ed un evento esterno; nel secondo vi è un sogno o una visione che coincide con un evento distante nello spazio. Nel terzo, una persona ha un sogno o una visione di qualcosa che deve avvenire e che poi, di fatto, si verifica. Un fenomeno altrettanto interessante che può definirsi, in qualche modo, analogo alla sincronicità, è l’ESP (percezione extra-sensoriale, fenomeni chiamati in generale col termine PSI da una lettera dell’alfabeto greco), problema di non facile soluzione per la difficoltà di tracciare una linea netta di demarcazione tra le frodi, i piccoli trucchi, l’auto inganno e gli esperimenti scientifici. Negli anni ’40 divennero famosi, in USA, gli esperimenti di psicocinesi dei coniugi Rhine (indovinare le carte, influire sul lancio dei dadi), cui lo stesso Jung attinse per approfondire la sua ricerca. Il principio della causalità, da parte sua, venne detronizzato all’inizio del ventesimo secolo in seguito alle rivoluzionarie scoperte della fisica. Basti pensare al Principio di Indeterminazione di Heisenberg secondo il quale è impossibile "fissare" la conoscenza delle particelle elementari perché si presentano come onde o come corpuscoli a seconda di ciò che si vuol osservare: velocità o posizione. Oppure al concetto di "inversione del tempo" ad opera di R.P. Feynman il quale, nel ’49, ipotizzò che il positrone (elettrone con carica positiva o antielettrone) sia un elettrone che, per un istante, si muove all’indietro nel tempo, così come avviene per le altre anti-particelle.

Oppure al neutrino, particella tanto difficile da "catturare" perché, praticamente, non ha nessuna proprietà fisica: non ha massa, non ha carica elettrica, non ha campo magnetico.

Il paradosso, l’astrattezza e la vaghezza d’interpretazione, sono gli elementi che accomunano il "psi" del fisico e il "psi" del parapsicologo.

Ma torniamo al discorso di partenza, cioè alla sincronicità che Jung studiò col contributo del fisico W. Pauli, il "padre spirituale" del neutrino.

Oltre a Freud, che intese la telepatia come sistema arcaico di comunicazione tra gli individui, biologi, matematici e filosofi si sono occupati del problema, avanzando riflessioni ed ipotesi che mettono in discussione il concetto stesso di "caso".

Il futuro, proprio per l’importanza che avrà la filosofia quantistica (sono stati già avviati i primi esperimenti per la computazione quantistica) sembrerebbe imbeversi di indeterminazione; osservando attentamente ciò che ci è intorno si riesce a notare come ogni rivolo della nostra realtà sia oscillante tra una sensazione di tangibile e un’altra ineffabile, così sfuggente da autorizzarci a pensarla impregnata di qualsiasi fondamento teorico. Ogni approccio con la realtà possiede, in una qualche misura, un fondamento, un approccio che possiamo definire come “Fede”: esisterà sempre una certa misura di analisi della realtà in cui il nostro pensiero cesserà di essere analitico e si dovrà fondare su assunti, una sorta di discesa verso il microcosmo dove, si sa, le regole quantistiche e quindi incalcolabili prendono il sopravvento.

Misteriosi eventi sincronici accadono spesso in particolari momenti della vita di molte persone. 

Il movimento New Age ne ha fatto una specie di mito, propagandone gli aspetti misteriosofici, ma ben pochi sanno che fisici quantistici come Wolfgang Pauli, assieme al grande psicologo Carl Jung, già 60 anni fa stavano studiando questi misteriosi fenomeni nel tentativo di creare una cosmologia in cui la “non-località” quantistica si interseca con la località newtoniana per generare la realtà come la sperimentiamo ogni giorno. (da www.ilsentiero.net/2010/02/sincronicita-dalla-fisica-quantistica.html)

È qui che il palesarsi della Sincronicità appare stordente; gli esempi citati nella descrizione di Wikipedia si mischiano alla realtà che possiamo sperimentare in un giorno qualsiasi, e sono capaci di lasciarci basiti.

Questa realtà si apre come uno squarcio nel tessuto del sogno, mostrandoci brandelli di quotidianità proiettata in un futuro che sembra prossimo, probabile, idealmente giusto.