Pazzia, per Arthur. Ma Cobb accetta la sfida, avendo già avuto la prova della fattibilità dell’impresa che gli viene proposta: quando Mal era ancora in vita, infatti, Cobb e lei presero a ritirarsi sempre più spesso in sé stessi, coltivando una relazione esclusiva attraverso i territori del sogno, rifugiandosi sempre più in basso, in livelli che sconfinavano nel loro subconscio, dove giunsero a costruire una loro utopia privata. E dove vissero anni di tempo soggettivo e invecchiarono insieme, per poi tornare alla realtà e scoprirsi nuovamente giovani. Ma forse, in quei territori oscuri che adesso Cobb custodisce gelosamente, accadde anche dell’altro, l’inevitabile premessa della tragedia che lo avrebbe colpito al risveglio dal sogno.Cobb e Arthur si mettono all’opera per costituire una squadra che possa coadiuvarli nel loro grande colpo: reclutano Ariadne, studentessa di architettura a Parigi, dove è allieva del padre di Mal (Michael Caine), che si scopre abilissima tessitrice di labirinti mentali; poi contattano Eames (Tom Hardy), un falsario capace di assumere in sogno identità altrui; e infine agganciano Yussuf (Dileep Rao), il chimico che ha sintetizzato una nuova sostanza in grado di indurre una narcosi estremamente stabile, l’ideale per l’impresa che Cobb si accinge a mettere in piedi. Con il sostegno logistico di Saito, che s’imbarca nella spedizione onirica come turista, la squadra isola su un volo intercontinentale la vittima, Robert Michael Fischer (Cillian Murphy), l’erede destinato alla conduzione dell’impero industriale che il cliente vuole abbattere, e riesce a introdursi nella sua mente.Il colpo prevede la creazione di un sogno-matrioska. Ariadne è stata arruolata per edificare strutture credibili in cui intrappolare il subconscio della vittima e lasciarlo esposto agli assalti onirici di Cobb e del resto del gruppo. Per raggiungere l’obiettivo di Saito, è stato congegnato un piano che fa leva sul senso di inferiorità e abbandono che Fischer nutre nei confronti della figura paterna, facendo detonare le contraddizioni del loro rapporto; mettendo in discussione la figura di Peter Browning (Tom Berenger), il suo tutore legale e braccio destro di Fischer Senior all’interno della compagnia; per arrivare infine alla riconciliazione, con l’impianto in profondità nei recessi della mente di Fischer Junior dell’idea che getterà le basi per lo smembramento dell’azienda. Il piano di Cobb prende le mosse da una constatazione che ha forse qualche debito verso i trascorsi di Nolan con il mondo dei supereroi: più gravi sono i problemi, più potente è la catarsi che ne può risultare. Ed è su questo che punta il gruppo.
Al primo livello, la squadra simula il rapimento di Fischer e di Browning, di cui il falsario assume l’identità. Fin da subito tuttavia appare evidente che la missione sarà tutt’altro che una gita di piacere: infatti l’inconscio di Fischer si rivela militarizzato, addestrato ad hoc per fronteggiare le intrusioni di eventuali estrattori. I sicari che si materializzano dal nulla riescono a ferire Saito. E come se non bastasse, l’apparizione dal nulla di un treno che travolge il traffico del centro di Los Angeles è solo un preludio al terremoto psichico che si sta scatenando per l’instabilità dell’inconscio di Cobb, l’artefice del sogno che tutti stanno vivendo. Il chimico resta a vigilare questo primo livello onirico, mentre gli altri si spingono al “piano inferiore” e la scena della corsa in furgone per sfuggire ai sicari dell’inconscio di Fischer e preparare il “calcio”, ovvero la suggestione ipnagogica indotta dal senso di caduta e dal successivo arresto/impatto che farà svegliare tutti dal sogno, diventa il perno su cui si avvita il meccanismo drammatico del film.
Al secondo livello, Cobb veste i panni di Mr. Charlie, spacciandosi per una proiezione dell’inconscio stesso di Fischer. L’obiettivo è alimentare la sua diffidenza verso Browning e di conseguenza tutte le azioni che il tutore ha adottato nei suoi confronti finora, ma anche portarlo al livello successivo. Così facendo, però, gli incursori si espongono al rischio di una reazione ancora più violenta da parte della vittima, a questo punto consapevole di trovarsi intrappolata in un mondo onirico. Riescono comunque a spingerlo al livello inferiore, mentre Arthur resta di guardia al piano e, sfruttando il rallentamento del tempo rispetto al livello superiore presidiato da Yussuf, si mette all’opera per provocare anch’egli un calcio, che richiami i sognatori dal livello inferiore quando sarà il momento e, sincronizzandosi grazie alla canzone Non, je ne regrette rien di Edith Piaf sparatagli in cuffia dal chimico, sommarne l’effetto al calcio provocato da Yussuf. La sua impresa viene complicata dalla scomparsa della gravità, effetto della caduta libera nel momento in cui il furgone guidato da Yussuf si tuffa da un ponte.
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