Abbiamo già parlato di Falling Skies, serie tv ideata da Steven Spielberg e scritta da Robert Rodat, che approderà la prossima estate sul canale americano via cavo TNT. La serie è ambientata sulla Terra invasa da forze aliene e racconta il tentativo di organizzare una resistenza armata da parte di un gruppo di superstiti. Tra i protagonisti della serie troviamo volti noti come Noah Wyle (E.R., The Librarian), Moon Bloodgood (Journeyman, Day Break, Terminator Salvation) e Will Patton (L'uomo del giorno dopo, Armageddon, Il quarto tipo). Sono ormai terminate le riprese dell'episodio pilota, che si trova ora in fase di post-produzione, ragione per cui i protagonisti stanno iniziando il giro di promozione fatto di interviste, presenze a manifestazioni e convention varie; tra queste iniziative spiccano la presentazione del progetto all'ultima Comic Con tenutasi a San Diego, e un'intervista rilasciata al magazine SFX da parte di Mark Verheiden (Timecop, Smallville, Battlestar Galactica), che ha partecipato al progetto in veste di co-produttore e autore.
Interpellato in proposito già durante il Comic Con, Verheiden ha tenuto subito a evidenziare il fatto che la serie vuole dimostrare come si possano trovare elementi di speranza anche in un mondo disastrato come quello descritto. "Per me si comincia sempre dai personaggi e dal raccontare storie interessanti su di loro," ha dichiarato. "La fantascienza è importante, è la parte più divertente, ma il punto da cui mi piace iniziare è: si potrebbe raccontare la stessa storia senza aggiunte? È importante avere prima una storia drammatica molto forte, e poi aggiungere le creature aliene e la parte fantascientifica. Detto questo, ripeto che la fantascienza è molto importante."
Alla domanda se l'impostazione del serial rifletta un certo tipo di fantascienza allegorica, con riferimenti alla situazione del mondo odierno, Verheiden ha risposto che, a suo parere, ogni progetto sci-fi presenta riferimenti a questioni sociali o di attualità: "Con gli altri autori abbiamo parlato a lungo di fenomeni come la resistenza francese e di film come La grande fuga e Salvate il soldato Ryan. Questo perché volevamo concentrarci sulla vicenda di un gruppo di persone che si uniscono e lottano insieme contro forze schiaccianti e che si aggrappano alle loro famiglie per riuscirci. Un aspetto fondamentale [...] riguarda ciò che ha valore e ciò che non lo ha in un mondo in cui si lotta contro un nemico incredibilmente pericoloso. Ci sono decisioni che si prendono in quanto membro di un gruppo e altre che si prendono come essere umano. Si tratta di tracciare una linea e dividere ciò che vuoi mantenere della tua umanità da ciò a cui invece sei disposto a rinunciare".
Parlando più nel dettaglio della serie, Verheiden ha poi detto che con il gruppo degli autori si sono divertiti a non rivelare nei dettagli ciò che è successo durante l'invasione vera e propria. "Ve ne mostreremo alcuni aspetti, qualche frammento, ma penso che il mistero su ciò che è successo sarà abbastanza interessante dato che anche i nostri personaggi ne sono all'oscuro. Non sanno cosa è successo esattamente, ne hanno qualche idea, e reagiranno esattamente come penso faranno gli spettatori quando realizzeranno cosa è successo durante il grande attacco, e quali ne sono state le conseguenze. Impareremo molto sui personaggi vedendo ciò che fanno e come interagiscono con le altre persone." Nell'intervista rilasciata a SFX Verheiden si è poi dilungato anche sugli invasori alieni: "Gli alieni hanno un piano, ma è un piano che si svilupperà gradualmente, quindi non aspettavi delle risposte già dal pilot. Possiamo essere certi che c'è un significato dietro quello che stanno facendo, che è decisamente molto strano".
Veniamo ora al protagonista principale. In Falling Skies Wyle interpreta Tom Mason, un professore di storia americana all'Università di Boston, vedovo e con un figlio, che si ritrova di colpo a essere il leader di un gruppo di soldati e civili e a dover organizzare la resistenza dopo il massiccio attacco alieno. "La storia è incredibilmente ambiziosa ed epica - ha dichiarato l'attore - non avevo mai fatto niente di simile; è la prima volta che ho modo di correre in giro con un mitra e fare qualcosa che spero mio figlio di sette anni possa considerare eroico [...] In realtà non mi piace fare sempre la stessa strada; ho fatto il medico per molto più tempo di quanto avrei voluto, così ora sto cercando di fare cose nuove." Naturalmente la presenza di Spielberg come produttore è stato un grosso incentivo per Wyle: "Ero molto recalcitrante a fare ancora televisione dopo E.R.. Poi il produttore Michael Wright mi ha mandato la sceneggiatura e leggendola ho pensato la stessa cosa che pensai quando lessi il primo script di E.R.: qui c'è un personaggio che farà una lunga strada. Mi interessava la storia di questo tipo che dopo una vita accademica diventa un capo militare, mi piaceva il fatto che fossero solo nove episodi invece di ventidue. In più ho la possibilità di lavorare ancora con Steven [dopo la serie del Libraio, N.d.R.]; non esiste al mondo miglior narratore di lui".
Wyle ha poi svelato qualcosa del background della serie: "Sei mesi prima gli alieni sono atterrati, hanno decimato la popolazione di tutte le grandi città e distrutto la rete elettrica, costringendoci a uno stile di vita da diciannovesimo secolo. In quanto professore di storia, la mia conoscenza delle stretegie e delle tattiche di battaglia mi hanno fatto diventare un leader naturale per il gruppo di combattenti della libertà". L'attore ha insistito sull'aspetto "retrò" del background della serie: "Ho rivissuto la guerra d'indipendenza americana negli ultimi quattro mesi, leggendo molto. Nel pilot, a un certo punto faccio un discorso sul mantenere la speranza, e sul come una piccola forza possa tenere testa a un esercito invasore. In pratica non si tratta di uccidere tutti gli invasori, ma di pungerli in continuazione finché non decidono di andarsene". E poi: "Nel pilot ci sono voci di altre sacche di resistenza. Ma il punto è che siamo totalmente isolati, poiché il crollo della rete elettrica ha tagliato ogni forma di comunicazione, e quindi siamo completamente al buio".
Successivamente Wyle si è intrattenuto sulla struttura della serie: "Non era importante che io sapessi, l'importante era che [i produttori] avessero le idee chiare su chi erano gli alieni e sulle loro motivazioni. Gli alieni e le astronavi vanno alla grande, noi dovevamo assicurarci che le interazioni umane si svolgessero in uno scenario plausibile, in cui ognuno possa riconoscersi". Wyle ha poi parlato dell'aspetto degli alieni: "Hanno un look terrificante, veramente orribile soprattutto da vicino. L'unico modo per ucciderne uno è arrivargli molto vicino". Inevitabile la domanda sulle possibilità di vita aliena: "Sì, penso che come Stephen Hawking ha dichiarato di recente, non solo dobbiamo presumere che esista vita intelligente là fuori, ma possiamo presumere anche che siano tecnologicamente superiori a noi".
Moon Bloodgood interpreta invece Ann Glass, medico pediatra e convinta pacifista, che condivide con Tom la perdita del marito e di un figlio durante l'invasione. "Ann e Tom si sono incontrati - non è spiegato in quali circostanze - e sono legati dalla perdita. Lui aveva perso moglie e un figlio e ha visto in Ann qualcosa di materno, un posto sicuro in cui rifugiarsi. C'è molta empatia tra loro. Questa connessione c'è anche quando lui va in battaglia e io resto con l'altro figlio; sono un po' la voce che gli ricorda sempre che lui e gli altri sono persone civili, mentre la guerra fa diventare animali. Penso che Ann ripone molta fiducia in Tom e sulle sue capacità di essere il futuro leader di un popolo libero, così il loro rapporto si sviluppa verso qualcosa di più di una semplice relazione romantica." Anche la Bloodgood sostiene che il look degli alieni stupirà in parecchi, e poi svela un piccolo retroscena: "Inizialmente il mio personaggio non era un medico, dopodiché lo hanno cambiato. E io: ma come, devo recitare con Noah e fare la parte del medico senza saperne assolutamente nulla? E lui: ma sì, lo so che sei troppo orgogliosa per chiedermi consigli, ma non ti preoccupare...".
Il cast comprende tra gli altri Jessy Schram (Medium, Boston Legal), Seychelle Gabriel (L'ultimo dominatore dell'aria), Adam Butcher e Maxim Knight. Insomma, da parte della produzione e del cast c'è la convinzione di avere un serial in grado di emergere rispetto ad altre storie di invasioni aliene che popolano il piccolo schermo, come il remake di V, e quello grande con il prossimo Skyline. Ovviamente il nome di Spielberg è già garanzia di qualità almeno tecnica, il che non significa che non possa anche lui rischiare la "toppa" parlando di un tema, quello delle invasioni aliene e della lotta dei superstiti, in cui il rischio della banalità è dietro ogni angolo. Bisognerà attendere ancora un bel po', visto che solo il pilot è pronto e i restanti episodi devono ancora essere girati. Intanto vi lasciamo alla galleria di immagini.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID