La convention nazionale francese di fantascienza è giunta, quest’anno, alla sua trentasettesima edizione e – come è giusto che sia – quest’anno ha cominciato un processo di rinnovamento.
Gli elementi di questo processo sono diversi. Il primo, apparentemente il meno importante, è l’organizzazione: per la prima volta infatti la convention è stata organizzata a Grenoble dall’associazione Les Rev’ailleurs in collaborazione con la webzine francese Elbakin.
Questo cambio “ai vertici”, per così dire, ha causato anche gli altri cambiamenti: per la prima volta è stato dato “accesso” anche al fantasy e ai giochi, soprattutto di ruolo e da tavolo – proprio perché Elbakin è la webzine francese del fantasy (ormai giunta al decennio), e perché uno dei “pilastri” dei Rev’ailleurs è Frédéric Fromenty, tenace gestore di una libreria e negozio ludico di Grenoble. In Francia, infatti, non è raro l’accostamento di libri e giochi sia in un senso (cioè nei negozi specializzati in giochi), sia nell’altro (ovvero nelle librerie).
L’accostamento con il fantasy ha sicuramente aumentato il numero di partecipanti: in totale quasi 150 persone, più gli ospiti (una dozzina), malgrado alcune “defezioni” dell’ultimo momento (la più notevole è stata quella di Jean Pierre Andrevon, talento multiforme del fantastico: pittore, scrittore, musicista, scultore…).
Ma cosa c’era a questa convention?
Dal punto di vista culturale ci sono state numerose interessanti tavole rotonde e conferenze: dall’influenza di Internet sulla diffusione di SF e fantasy a quella – che temevamo noiosa, mentre in realtà si è dimostrata brillante – sulle nanotecnologie, passando per la interessante e fin troppo attuale “Società di Controllo e Tecnologia”, con Alain Damasio come mattatore (complice forse l’assenza di Andrevon), e i laboratori di scrittura creativa.
C’erano le mostre: quella sulle riviste pulp (organizzata da un collezionista che ne ha anche illustrato la storia in una breve conferenza) e una curiosa mostra di “foto vampiriche” (una specie di fotoromanzo muto).
C’erano le disquisizioni letterarie (“John Varley è più femminista di Ursula LeGuin!”), che di solito cominciavano dopo la terza birra…
C’era il fior fiore della fantascienza e del fantasy francofono. Per citare alcuni nomi pubblicati anche in Italia: Roland Wagner, Alain Damasio, Jean Marigny, Pierre Stolze… Ma anche vere e proprie “icone” della narrativa francese, da Sylvie Denis a Alain Le Bussy, passando per Pierre Gévart (curatore della rivista francese Galaxies), Markus Leicht (per anni “anima” di EONS, la casa editrice della rivista Lunatique), e autori più o meno nuovi come Fabien Clavel e Laurent Whale.
A queste convention però si va soprattutto per incontrare persone con la nostra stessa passione – e i momenti divertenti non sono mancati: oltre alle sedute di gioco (Race for the Galaxy ha spopolato!) sabato sera, alla fine del banchetto di gala, abbiamo assistito alla tradizionale asta tenuta dal divertentissimo Georges Pierru – quest’anno animata dalla follia di Roland Wagner, che è riuscito a piazzare all’asta una bottiglia (vuota) d’acqua minerale! Tra gli oggetti, tutti in qualche modo a tema, e il cui ricavato va a finanziare il Premio Rosny, ci sono stati un robottino a molla, bozze di romanzi… Una delle quotazioni più alte è stata ottenuta però dalla tesi (in italiano) di Selene Verri (giornalista, collaboratrice di Urania, di cui potete leggere un racconto nel numero di Delos dedicato alla sci-fi al femminile).
Sono stati anche assegnati i premi Rosny e, per la prima volta, i premi Elbakin.
Il premio Rosny per il miglior romanzo francese è andato a Ugo Bellagamba, con il suo romanzo Tancrède. Une Uchronie. Bellagamba, che era candidato anche al premio Elbakin per il miglior romanzo francese, è al suo secondo Rosny. Il Rosny per il miglior racconto è invece andato a Terre de Fraye di Jérôme Noirez.
I premi Elbakin erano divisi in quattro categorie: due per le opere tradotte (romanzo “jeunesse” e romanzo fantasy) e due per le opere francesi (stesse sottocategorie). I romanzi fantasy stranieri vincitori sono stati Lombres - traduzione di Un Lun Dun, conosciuto in Italia come Il Libro Magico - di China Miéville (jeunesse) e L’Empire Ultime – in Italia Mistborn: L’Ultimo Impero - di Brian Sanderson (romanzo fantasy), mentre quelli francesi sono stati Les Èveilleurs di Pauline Alphen (jeunesse) e Cytheriae di Charlotte Bousquet (fantasy).
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