Ratatouille e Mazinga Z

Come già accennato, Mazinga Z rappresenta l’opera capostipite del filone dei robot giganti guerrieri. In essa si racconta dello scontro tra Koji Kabuto (ribattezzato “Ryo Kabuto” nella nostra edizione di questa serie tv) e il dottor Hell (da noi “Dottor Inferno”), uno scienziato pazzo volto a conquistare il mondo con la sua armata di giganteschi mostri meccanici. Per

contrapporsi a Hell, Koji ricorre all’utilizzo del robot Mazinga Z, dovendo però prima imparare ad usarlo. Per poter manovrare il robot, Koji deve prima salire all’interno del veicolo volante Hover Pilder (“Aliante Slittante”), col quale deve inserirsi all’interno della testa dell’automa, divenendone così la mente e assumendone il controllo per poter farlo muovere e combattere. Le prime esperienze di Koji ai comandi del robot, descritte nelle puntate iniziali della serie tv della Toei, sono tuttora molto coinvolgenti e divertenti per lo spettatore, per via degli errori e della confusione fatta da Koji nel tentativo di pilotarlo. Una situazione per certi versi analoga a quella di Koji, è presente nel film d’animazione in computer grafica Ratatouille (2007, di Brad Bird), prodotto da Disney e Pixar. In questa pellicola si racconta di come il topo Remy, dotato di un talento naturale nel preparare e scegliere il cibo migliore, sogni di poter diventare un grande cuoco in un lussuoso ristorante di Parigi. Giunto a Parigi, il topo stringe amicizia col giovane Alfredo Linguini, un impacciato, timido e pasticcione sguattero del ristorante Gusteau, appartenuto in passato a un grande cuoco (dal cui cognome deriva il nome del ristorante). Superate alcune incomprensioni, Remy e Linguini finiscono per stringere amicizia. Sebbene il topo non possa comunicare verbalmente con il ragazzo, quest’ultimo si rende ben presto conto del talento che Remy ha nel cucinare. I due finiscono così per allearsi ed escogitano un ingegnoso metodo per collaborare tra i fornelli del ristorante, senza farsi scoprire dai colleghi di Linguini, i quali, come prevedibile, reagirebbero disgustati e iracondi alla vista di un topo nel loro ristorante. Per non farsi scoprire dai colleghi, Remy si colloca all’interno di un cappello da cuoco (la toque, trasparente all’interno, ma che dall’esterno impedisce di vedere cosa si trovi dentro di essa), posto sopra la testa di Linguini, afferrando due ciuffi di capelli del ragazzo e “pilotandone il corpo” come se fosse un vero e proprio robot gigante, al pari di Mazinga Z. Remy, infatti, si rende conto che tirando e manovrando i ciuffi di capelli del ragazzo può muoverne gambe, piedi, braccia e mani a piacimento, e secondo la propria volontà. I due diventano così un unico essere (proprio come accade a Koji e Mazinga Z), in cui Remy ricopre il ruolo di “mente” di Linguini, il cui corpo si limita a eseguire i comandi imposti dal topo, finendo così per rappresentare, agli occhi di uno spettatore che ben conosce Mazinga Z e altri robot giapponesi, un perfetto equivalente del rapporto che si instaura tra pilota e automa in molte serie robotiche nipponiche. Tra l’altro, la collocazione centrale di Remy sopra la testa di Linguini, ricorda molto la posizione in cui il Pilder di Koji si incastra all’interno del volto di Mazinga Z. Infine, proprio come Koji nelle prime puntate di Mazinga Z, anche Remy deve fare molta pratica (commettendo spesso buffi e divertenti errori all’inizio) per riuscire a controllare e guidare in modo perfetto il corpo di Linguini. Nel corso del film, Remy diviene sempre più abile nel manovrarlo, al punto da spingerlo a baciare una sua attraente collega e da riuscire a “riattivarlo” facendolo “rialzare” in seguito ad una pesante ubriacatura alcolica, proprio come spesso Koji riesce a far compiere movimenti e azioni apparentemente impossibili al suo robot. Purtroppo al momento non è possibile stabilire con certezza se quest’analogia di Ratatouille con Mazinga Z sia frutto di una precisa influenza del secondo sul film americano, o dell’esplicita volontà di omaggiare l’opera nagaiana da parte degli animatori statunitensi.

Tuttavia lasciamo al lettore la possibilità di confrontare di persona le due opere animate, dimostrando come, a tanti anni di distanza, il robot di Nagai possa ancora continuare a sorprendere e a fornire spunti di interesse ai suoi fan, alle nuove generazioni che non lo conoscono, e alla critica cinematografica e fumettistica. Continua così, Mazinga Z!