Gareth Edwards non è molto noto: si sa che è inglese, che è giovane, che ha lavorato alcuni anni come esperto di effetti visivi e digitali per parecchie produzioni televisive (film e documentari). Che si è cimentato nella regia di alcuni episodi di serial tv. Che quest'estate ha lanciato il suo primo lungometraggio cinematografico, di cui è stato sceneggiatore, regista e operatore. E che ora rischia seriamente di diventare il nuovo fenomeno della fantascienza a basso costo e alto tasso di idee, per intenderci un nuovo Neill Blomkamp. E scusate se è poco.
Parliamo di Monsters, film di fantascienza di cui abbiamo presentato il trailer alcuni giorni fa. In queste settimane il film ha fatto il giro di parecchi festival sparsi per il mondo, dall'americano SXSW all'europeo Locarno, riscuotendo ovunque grande attenzione e critiche lusinghiere. Il film è pronto al debutto che avverrà in Russia il prossimo 30 settembre, per poi dirigersi verso USA e Regno Unito tra ottobre e novembre. Con l'occasione Edwards inizia a rilasciare un po' di interviste tra cui quella al sito Dreadcentral.com, nella quale spiega come è nato il progetto e cosa lo ha portato alle scelte registiche e visuali.
La trama di Monsters è ambientata in un futuro molto vicino. Un satellite USA con a bordo microorganismi alieni precipita in una zona del Messico. Sei anni dopo i microorganismi superstiti si sono sviluppati in forme di vita ibride, alcune decisamente mostruose, costringendo le autorità messicane e americane a mettere in quarantena oltre metà del paese. In questo contesto un giornalista e una giovane ereditiera attraversano il territorio ostile, diventato un vero pianeta alieno.
La trama di per sé rimanda a temi già visti e sentiti; e allora in cosa consiste l'elemento di novità di Edwards? Intanto nell'approccio, definito minimalista: una troupe ridottissima, solo cinque persone in cui Edwards fa anche il cameraman. Un cast di due soli professionisti, Scoot McNairy e Whitney Able, mentre il resto degli attori sono stati reclutati direttamente sulle location (Messico, Guatemala, Belize) tra tutti coloro che, comparse o semplici curiosi, avessero voglia di essere coinvolti nel progetto. Un approccio da cinema-verità, in cui Edwards ha cercato di catturare l'essenza della storia da trasferire poi sul grande schermo. "Non abbiamo mai avuto un vero script per Monsters - ha rivelato il regista - ma soltanto due serie di note da cui trarre spunto per le riprese: le black pages su cui erano segnate le reazioni emotive che mi attendevo dai due attori, e le blue pages che indicavano gli sviluppi della trama. Volevo fortemente che il film desse una sensazione di autentico realismo, non si limitasse a presentare due attori che recitavano delle battute; penso che questo si sia tradotto in qualcosa che rende speciale il film."
Edwards ha avuto un occhio di riguardo per i due interpreti: "Sono molto orgoglioso del lavoro dei miei attori. Questo film appartiene davvero a Scoot e Whitney. Tutto ciò che fanno con le loro performance è crudo e organico. Non avrei potuto essere più soddisfatto di come si sono comportati, e penso che gran parte di ciò che ha reso il film così com'è è dovuto a quest'approccio costruito sull'improvvisazione, e al tipo di spazio lasciato loro". Pur con l'importante lavoro emotivo degli attori, non va dimenticato che il film è a base di mostri alieni, per cui grande importanza ha avuto lo studio e la realizzazione degli stessi. A questo proposito il regista ha continuato: "Le ultime ricerche su Europa, la luna di Giove, ipotizzano la presenza di oceani di acqua sotto la crosta ghiacciata, e che quegli oceani potrebbero contenere tracce di vita. Mi sono basato su queste notizie per ideare una creatura di origine marina. Inizialmente ero indeciso tra un granchio e un polipo, e alla fine ho pensato che un essere somigliante a un polipo potesse contemporaneamente spaventare e affascinare il pubblico. Quando ho messo insieme più di cento bozzetti, li ho portati alla Vertigo Films (la compagnia che ha prodotto il progetto, N.d.R.) per vedere cosa ne pensavano e loro non sono stati in grado di sceglierne uno. Non so se perché sopraffatti dall'enorme varietà o semplicemente perché non volevano decidere loro, ma alla fine penso siano rimasti soddisfatti della mia scelta".
Riguardo all'aspetto produttivo, Edwards non ha rinunciato ad alcune considerazioni: "Sono andato alla Vertigo con quest'idea dei mostri, e anche se si trattava del mio primo lungometraggio si sono dimostrati molto attenti a ciò che volevo fare. Lavorare con loro è stato un sogno, perché mi hanno sostenuto fin dall'inizio e non hanno mai messo in discussione le mie scelte come regista". E poi ha continuato: "C'è questa specie di regola nel business cinematografico secondo cui se riesci a fare un film stando sotto una certa spesa, allora il film sarà certamente profittevole a prescindere da come viene fatto. Fortunatamente Monsters ricadeva sotto questo limite di budget, e probabilmente è stato per questo che Vertigo è stata così gentile da lasciarmi mano libera con la mia visione".
Infine, alla domanda se ha intenzione di portare sullo schermo altri progetti ambientati nello stesso universo del film, Edwards ha risposto: "Purtroppo non possiedo i diritti di Monsters, ma ho voluto che il film iniziasse nel bel mezzo di un mondo in parte invaso dagli alieni, che sono diventati parte della vita quotidiana. Poiché il film non inizia con l'invasione e non finisce con gli alieni che si prendono tutto, sono rimaste aperte enormi possibilità per raccontare nuove storie nel contesto di questo mondo. Io non so se un'eventuale nuovo progetto su Monsters mi vedrà coinvolto, credo che si sia parlato di farne una serie televisiva. So che mi piacerebbe provare qualcosa di diverso per il mio prossimo film, e poi vediamo che succede". Il passato di film tradotti in serie televisive non lascia ben sperare, ma resta il fatto che Monsters potrebbe davvero essere una nuova sorpresa sci-fi; a dimostrazione che il genere è ancora fresco e vitale, e che se le idee e il coraggio di svilupparle non mancheranno, il futuro potrà riservarci ancora molte sorprese.
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