Una scia di sangue, un software rivoluzionario, un genio scomparso nel nulla e un segreto che deve restare tale: questi gli ingredienti della spy-story imbastita da Marco Minicangeli, un techno-thriller lanciato a velocità di fuga lungo i binari del nostro futuro prossimo venturo.
Siamo a Londra e la vita di Erica Mol scorre tranquilla, assorbita nella solita routine che la vede dividersi tra l’impiego in una catena di fastfood e un blog dedicato “alla città e alle sue trasformazioni”. Il trantran quotidiano viene spezzato nel momento in cui la redazione dell’Echo la ingaggia per seguire il caso dell’omicidio di Phil Sarton, apparentemente riconducibile a quello di una prostituta avvenuto poche settimane prima. Ma Sarton è un cadavere troppo eloquente per essere scambiato per la vittima accidentale di un’esplosione di violenza estemporanea: neuroprogrammatore, pochi anni prima era stato sulla bocca di tutti a Edimburgo, celebrato per la sua brillante attività di ricercatore capace di dischiudere interi nuovi settori all’esplorazione dell’interfaccia uomo-macchina. E a Erica Mol, che a Edimburgo aveva studiato partecipando del clima di frenesia geek di quei giorni, non resta che mettersi all’opera per sbrogliare una matassa ingarbugliata, che si snoda attraverso i sentieri nomadi del Vecchio Continente per convergere direttamente nella campagna scozzese. Rischierà la vita sulle tracce di un software chiamato Uomon, la Macchina dei Sogni che promette fin dal nome di amplificare le capacità psichiche e cognitive dell’umanità all’ennesima potenza, e di un esule israeliano per metà ebreo e per metà rom che sembra essere l’unico in grado di gestirlo senza precipitare nel gorgo della pazzia. Stretta nella morsa tra contractor senza scrupoli al soldo di una multinazionale spietata e katsa del Mossad intenzionati a riappropriarsi della loro arma più straordinaria, fiancheggiata da pirati informatici e guerriglieri anarchici, il suo inseguimento della verità dovrà superare le prove del tradimento e della paura.
Dosando l’inchiostro come un affabulatore di razza, Marco Minicangeli confeziona con cura e senso del ritmo un plot ben orchestrato fin dalle prime scene. Le atmosfere notturne che sfumano nella pioggia colorata dai neon e il senso di precarietà che accomuna tutti i personaggi sono le premesse per gli sviluppi che seguono puntualmente, senza risparmiare al lettore la dovuta girandola di tallonamenti, fughe, depistaggi, tradimenti e colpi di scena. Il tutto raccontato con tocchi di penna veloci ed efficaci, praticamente essenziali.
Al romanzo, finalista in una sua prima versione all’edizione 2000 del Premio Solaria sotto il titolo de La Macchina dei Sogni, ha senz’altro giovato la riscrittura, che ha saputo estrarre il massimo dinamismo da una già solida struttura narrativa. E anche questo capitolo del passato avvalora il suo pedigree di storia fantascientifica, influenzata da un immaginario cyberpunk che in questo caso si lega bene all’intrigo spionistico a base di aleph informatici e geni in fuga, rendendola di fatto una lettura apprezzabile anche da un pubblico che potrebbe scovare nella collana Segretissimo della Mondadori tanti altri validi motivi d’interesse.
Completa il volume il racconto “Morte nella favela” di Mauro Baldrati, autore attualmente in libreria con l’action thriller fantascientifico La città nera.
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