In superficie, il rapporto tra Clive ed Elsa e il loro rapporto con Dren è meramente scientifico. Vogliono spingere la tecnologia un gradino più in su e Dren è il loro mezzo per inventare nuove cure mediche. La motivazione più profonda però, alla base della curiosità scientifica, è complessa e altamente personale. Nel caso di Elsa, deriva da un’infanzia infelice e un rapporto difficile con una madre violenta. Tutto questo le impedisce di avere figli con Clive. Creando Dren, Elsa scopre altri mezzi di soddisfare il suo desiderio di maternità. Dimostra a sé stessa di poter gestire una situazione che normalmente non saprebbe gestire. Quando Clive a un certo punto le dice: “Non hai mai voluto avere un figlio, ma un esperimento non è la stessa cosa”. Clive, dal canto suo, non considera Dren sua figlia. Ma quando cresce acquisisce una bellezza esotica e, soprattutto, una perversa sessualità latente. E’ un triangolo amoroso e un dramma familiare allo stesso tempo. E’ incestuoso, edipico, e assolutamente orribile... E noi scopriamo che gli esseri umani possono agire più mostruosamente dei mostri stessi. Ecco ciò che distingue Splice dagli altri film di mostri.
Guillermo del Toro, il produttore esecutivo di Splice, afferma che il vero horror è moralmente pericoloso e che lei lo ha capito molto bene.
Credo che questa sia una delle ragioni per cui ci sono voluti dieci anni per fare questo film. Nessuno studio voleva finanziare un film in cui si evoca tanto chiaramente il rapporto sessuale tra un essere umano e una creatura. Tuttavia io credo che sia una parte eterna, significativa della psiche umana. L’idea di un centauro o di una sirena esiste da secoli. Ora forse siamo in grado di dar vita a queste creature. In Gran Bretagna hanno già creato un essere metà umano, hanno creato ibridi per metà animali anche se non si è andati oltre la fase embrionale. Cosa succederà quando la tecnologia aprirà le porte della nostra psiche rimaste chiuse per secoli? Io credo che dietro una di queste porte si nasconda l’idea di accoppiarsi con qualcosa che non è umano. Forse c’è un legame con l’evoluzione, con il nostro desiderio di evolvere? Ho trovato molte entusiasmante lavorare su un soggetto così antico e profondamente radicato nel subconscio come questo e dargli fondamento scientifico.
Come è stato incontrare Guillermo del Toro?
Guillermo è un grande impresario dell’horror e del fantasy. L’ho incontrato a un festival del cinema e mi ha detto: “Sai, mi piacerebbe produrre uno dei tuoi film”. Ho pensato a Splice. Non ho osato dirglielo all’epoca, ma più tardi, Don Murphy, un altro produttore, gli ha fatto avere la sceneggiatura. E Guillermo ha deciso di produrre il film. Allo stesso tempo, il film è stato suggerito ad alcune persone che conoscevo alla Gaumont, e a Steve Hoban, il mio produttore canadese. Sebbene non si conoscessero fra di loro hanno trovato il modo di lavorare insieme. Il risultato è Splice, una co- produzione franco-canadese con molte madri e molti padri. Guillermo non è stato direttamente coinvolto nel film ma il fatto che il suo nome sia stato associato a Splice ha dato credibilità al film e ha contribuito molto a farlo diventare una realtà.
Come è andato il casting?
Adrien Brody è stata una benedizione, ha tutte le qualità giuste. È famoso, naturalmente, ed è un attore eccellente ma soprattutto è simpatico e sensibile per natura. In circostanze normali il suo personaggio sarebbe disprezzabile. Ma lui trasforma Clive in qualcuno con cui si può rapportare. E poi ha l’età giusta, né troppo vecchio né troppo giovane. Nel fare il casting per Clive, Elsa e Dren abbiamo dovuto fare delle scelte estremamente difficili, impressionanti. Il film è franco-canadese quindi abbiamo dovuto inserire un canadese o un europeo in uno dei ruoli chiave. Ma quando si tratta di trovare una donna per il ruolo di una genetista tra i 27 e i 35 anni non c’è molta scelta. Fortunatamente Sarah Polley, che è canadese, e che è da sempre stata nel mio elenco, era libera. Alla fine, sono entrambi credibili, Sarah e Adrien, non solo come scienziati ma anche come coppia. C’è un’alchimia sorprendente fra loro.
Avete deciso di utilizzare una creatura fisica e non digitale. Perché?
In realtà non è mai stata una scelta. Innanzitutto sarebbe stato troppo costoso avere una Dren completamente computerizzata. Ma, cosa più importante, io sono convinto che il legame che si crea con un personaggio digitale non potrà mai essere forte come quello che si crea con un attore vero. Ho fatto tutto quanto in mio possesso per utilizzare personaggi veri ed effetti speciali meccanici. Sono un grande fan degli effetti speciali digitali ma li considero migliori quando hanno qualcosa di fisico. Non volevo che Dren fosse una creatura magica, doveva essere totalmente reale, totalmente plausibile biologicamente.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID