In realtà Splice è stato concepito alla fine degli anni 90...

Sì. Effettivamente ho lavorato su questo film per più di 10 anni. L’ho fatto nel 2000, subito dopo Cube. Ho lavorato come un cane per un anno intero al progetto, lo storyboard, ed ero pronto a girare. Poi, all’ultimo minuto il produttore mi ha detto che il progetto era troppo costoso. Ho pensato che il film non avrebbe mai visto la luce, io ero troppo ambizioso e in pochi erano pronti ad assumersi il rischio di un film come questo.Mi sembra che la maggior parte dei film siano fatti per le ragioni sbagliate. È così che vanno le cose in questo mondo, nessuno fa un film solo perché la sceneggiatura è brillante, quella può essere una ragione non LA ragione! (Ride). No, i film si fanno per ragioni stupide. Se un anno vanno di moda le mucche, allora si fa un film sulle mucche. È così che funziona. Io credo che Splice sia stato salvato dalla prontezza degli sceneggiatori. I nostri sostenitori finanziari avevano due opzioni: fare il film subito o non farlo mai. Se le circostanze non li avessero obbligati ad agire il film non ci sarebbe mai stato.

Da cosa è stato scatenato?

In un certo senso era destino che Splice fosse girato oggi. Se l’avessimo fatto dieci anni fa non avremmo avuto la tecnologia e io non sarei stato capace di gestire adeguatamente il soggetto. Inoltre, fatto ancora più importante, la scienza non era arrivata a questo punto dieci anni fa. I concetti indicati nella sceneggiatura erano fantascienza più che fatti. La ricerca in campo genetico ha fatto passi da gigante, ha recuperato rispetto al mio soggetto. Oggi l’ingegneria genetica è più attuale che mai. Questi tre fattori e un po’ di fortuna hanno fatto cadere Splice nelle mani giuste e l’hanno fatto diventare una realtà.

Elevated, il tuo corto, Cube e Splice hanno tutti in comune un tema simile: la capacità di un essere umano di diventare un mostro....

Credo di essere attratto dal mostro che è in tutti noi. In un certo senso, quel mostro fa molta più paura di qualsiasi altra cosa si possa immaginare in un film horror. E in Splice i creatori della creatura sono decisamente più temibili della creatura stessa. Forse ancora di più perché sembrano essere persone buone, corrette. Ecco perché ho scelto Adrien Brody e Sarah Polley. Non puoi non amarli, qualsiasi cosa facciano.

È un film su un mostro, come Frankenstein... Hai cambiato genere?

Sono cresciuto con il Frankenstein di James Whale. Ma non farei mai un remake. Quei film appartengono all’epoca in cui sono stati fatti. Però mi interessava acquisire nozioni da questi classici e modernizzarle. In realtà più che da un film sono stato inspirato da un topo. Un topo che sembrava avere un orecchio umano trapiantato sul dorso. Certo, non era un vero orecchio, ma un oggetto fatto di polimeri. Il topo poi ha sviluppato cartilagine che potrebbe essere usata per trapiantare tessuto umano. L’immagine mi ha colpito. Come un quadro di Salvador Dalì, ho saputo subito che c’era una storia dietro. Quindi non ho pensato a Frankenstein, Mary Shelley o al mito di Prometeo, anche se questi sono i temi esplorati nel film.Questo dimostra anche il fatto che ci ho messo del tempo per scrivere la sceneggiatura; gli scienziati ci hanno messo meno tempo a mappare il genoma umano di quanto non ci abbia messo io a finire la sceneggiatura! (Ride). Questo dimostra anche i progressi esponenziali compiuti dalla scienza.

Come si fa a fare un buon film su un mostro?

Ci sono tanti film di mostri. Uno dei miei preferiti e Alien di Ridley Scott, un film quasi perfetto. Ma Splice non ha niente a che vedere con questo. In Alien il mostro è una minaccia nascosta, che si annida nell’ombra. Nel mio film il mostro è sempre sullo schermo, è un altro personaggio. Splice è una pièce da camera. Ci sono solo cinque parti che parlano. Inoltre è un triangolo amoroso. Man mano che la storia si sviluppa, cresce la parte emotiva... Ho deciso di fare questo film subito dopo Cube perché Cube parlava di un gruppo di innocenti di fronte a un orribile dilemma che li obbliga a perdere il senso dell’innocenza. La storia di Splice nasce dalle necessità dei suoi personaggi che sono direttamente responsabili del loro destino. Il mostro nasce dal desiderio di Elsa di avere un figlio, cosa di cui è incapace psicologicamente. Alla fine, l’intento di Splice è mostrare come si crea un mostro piuttosto che mostrare l’atto di ira del mostro.

Ci parli ancora del rapporto tra Dren, Clive ed Elsa. Sembra che dietro si celino non poche emozioni disonorevoli...

Il triangolo amoroso è il motore del film, ne è la raison d’être. Il rapporto complesso tra le creature e il loro creatore fa muovere Splice in acque inquietanti ma eccitanti.