Come sarebbe stata una storia di SF ai tempi ruggenti del Futurismo? Probabilmente, proprio come Graziano Versace ha raccontato in questo strano romanzo, ambientato a Milano poco dopo l'esplosione del Movimento inventato da Marinetti, geniale personaggio che si agita sullo sfondo della narrazione e che compare come un fantasma; curioso, poi, assegnare proprio questa parte a Effeti Marinetti e alla sua creazione: tutto il Futurismo, infatti, attraversa il romanzo come un ectoplasma - concetti esoterici che in realtà erano assolutamente invisi ai futuristi.

In breve, la storia di Raimondo Mirabile, Futurista, si dipana dalla constatazione indotta in Raimondo Mirabile, nel suo maggiordomo e in un'accolita di loro amici più o meno intimi, che sulla Terra siano sbarcati un manipolo di alieni che si stanno impadronendo di Milano e di altre grandi metropoli della Terra; complici gli spettacoli futuristi e alcune sedute spiritiche, questi alieni riescono ad appropriarsi, tramite ipnosi e capacità affabulatorie estreme, della psiche di personaggi importanti; Mirabile si farà carico della missione di salvare l'umanità tutta, facendosi aiutare dal fido maggiordomo, ovviamente, e da altre persone, tra le quali spicca un personaggio assai caro alla memoria del Mirabile.

Non svelo, ovviamente, il finale, ma posso rivelarvi che tutto il romanzo è stato scritto come se davvero si vivesse ai tempi della giovinezza esplosiva del Futurismo; infatti, i tempi, il linguaggio usato, i sentimenti che animano i protagonisti, la loro guasconeria giocosa e ribalda, tutto ben si sposa con i primi anni del '900 milanese. Perfino le mosse dei personaggi, il servilismo innato del maggiordomo, il terminare e l’iniziare i capitoli con un gusto quasi teatrale ma popolare, d'Appendice direi, tutto si armonizza con il tema perseguito nel romanzo.

La sensazione di una nuova fronda che si agita nel sottogenere steampunk avvinghia, convince, lascia piacevolmente sorpresi e rende trascurabili i pochi difetti del libro, come un finale forse troppo retorico e che forse andava tagliato qualche pagina prima; ma non importa, quello che è fondamentale considerare è che l'operazione tentata dalla Edizione XII è riuscita, lo steampunk personalissimo italiano parla di Futurismo – ovviamente – e di macchine - ovviamente – ma anche di blando esoterismo, realizzando un'ucronia nemmeno troppo improbabile, dal gusto assolutamente piacevole. Un’ucronia aliena, il giusto omaggio al Movimento che più di ogni altro ha saputo dare le basi alla vertigine da Futuro che pervade strutturalmente la SF.