Musica a tutto volume, esplosioni, sparatorie, tradimenti, onestà incrollabile e fino all'ultimo lui eroe controverso e immarcescibile. Di quale film con protagonista Steven Seagal stiamo scrivendo? E' difficile dirlo, visto che - all'osso - tutti i film del protagonista di Programmato per uccidere sono uguali. Ma è davvero una brutta cosa, arrivati a questo punto quando siamo molto oltre lo scadere dei termini prestabiliti per un attore di una certa età nel fare e rifare sempre gli stessi film?
Steven Seagal ha quindi un grande merito che forse potrebbe essere considerato anche un difetto: il tempo non lo ha cambiato. Sarà la sua fede di buddista praticante, sarà il divorzio dall'ex signora in rosso Kelly Le Brock, ma Seagal è riuscito a rimanere se stesso anche con l'evoluzione del cinema d'azione. Così mentre gli Schwarzenegger e gli Stallone annaspano alla ricerca di nuovi soggetti sotto il peso dell'età, lui che forse è il duro più inespressivo che c'è, entra nella scuderia della produzione alle spalle di Matrix e di Romeo deve morire per un film uguale a tutti gli altri che ha fatto prima. Certo, stavolta c'è il rapper DMX ad affiancarlo e a dare alla trama un aspetto più moderno e tecnologico, ma sostanzialmente le cose non cambiano dal passato. Quindi una pellicola in cui lo spettatore sa già cosa trovare. Gli ingredienti sono quelli per un prodotto di qualità media. Quindi, perché non andarsi a divertire per due ore con una variazione sul tema delle rughe dello stesso grande e prevedibile eroe?
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