Conosco gli effetti delle "griglie". Niente da medicare, nessun danno permanente, ma per qualche ora si soffre. Molto. Anche uno Shakti. Gli sto portando qualcosa contro il dolore dall'infermeria.C'è un silenzio disumano in questa stanza. Non si è neppure voltato al rumore del mio ingresso. I polsi immobilizzati alla branda, deve essere stato Lug, lo costringono a poggiare sul lato leso. Glieli libero. Ora ho addosso il suo sguardo privo d'attese. Nell'intenso, sofferto controllo del suo respiro le ragioni del silenzio. Un altro modo dei "Puri" per umiliare i nemici, per degradare le deboli, umane vittime? Gli dico che evidentemente non gli serve alcun sedativo e lo lascio solo. Base Mist. 34 giorno. Pomeriggio.Oggi preferisco temporeggiare, Mimir sta ancora riparando il telecontrollo. Mando il C.d.G., al quale nulla abbiamo detto del guasto, a Nero/quattro. Ma ne esce per dirigersi di propria volontà a Nero/tre.

... Peo, il cane di Rheya. Era già vecchio quando la conobbi, ma riusciva a imporre dieci festosi minuti d'attenzione per sé, prima di permettere qualsiasi saluto o intimità fra umani. Formavamo un trio rumoroso e allegro... Mimir, agitato, mi scuote dalla distrazione indicandomi i monitor. Il C.d.G. sta controllando con la solita calma circospezione le uscite della cupola e le blocca. Manomette i pannelli esterni di controllo fermandoli sulle ottimali condizioni presenti. Si lascia alle spalle piccole esplosioni nei corridoi che eliminano ogni via d'accesso alla zona che gli avevo ordinato di disinfestare. Vediamo le immagini del percorso finale di ritorno. Non è più lento del solito.

È rientrato. Con fluido vocabolario cerca di spiegarmi le ragioni della sua disobbedienza. La zona ora è isolata. Un vero, inusitato ecosistema. Non è pericoloso. Ma lui non è qui per fornire consulenze... Voglio che esegua e basta. Deve bonificare Nero/tre. Raggiungere il settore sarà più scomodo, ma il problema è suo. E poiché ha avuto la balorda idea di neutralizzare i sistemi esterni di controllo impedendone l'alterazione, potrà usare esplosivi, gas, quello che vuole. È il risultato che conta. Non accenna a obbedire. Lug lo insulta. Per sadico calcolo è lasciato un dono perverso, una trappola feroce alla città di Mist. Io ripeto l'ordine. Rifiuta ancora. A Keldar ho avuto maestri d'umiliazione. Scalfirò un poco la sua polita superficie. Impugno un tratto di cavo e lodando la bontà dei vecchi, persuasivi, sistemi, lo faccio schioccare sul pavimento a suggerire ciò che intendo. Si spoglia, con muta, orribile, semplicità. Un gesto incomprensibile. Non vedo ombra di sfida nel suo sguardo. Ripone con cura l'indumento e rimane in piedi, in attesa. Odo alle mie spalle l'esclamazione soffocata di Lug. Nulla di ciò che potrei infliggergli gli sarebbe nuovo. Il suo corpo segnato testimonia la fantasia feroce dei suoi guardiani. Mentre tento di riportare la voce improvvisamente arrochita alla normalità, gli chiedo di rivestirsi e lo informo che da domani la zona da ripulire è Giallo/cinque. Sento un peso ridicolo nella mano e apro le dita.

Base Mist. 35 giorno. Mattino.

Ho sognato Rheya. Ma non come sempre. Ho sognato l'involto scuro che mi veniva portato via. Ho urlato e pianto.