Pulse è un pilot trasmesso dalla BBC3 per testare le reazioni del pubblico in previsione di una possibile serie. In Inghilterra gira un po’ la convinzione che la BBC3 sia il canale più anticonformista del lotto BBC, e con questo Pulse sembra voler confermare questa opinione. Pulse infatti è uno tra i pilot più estremi che abbia avuto modo di vedere negli ultimi tempi. Le vicende della storia ruotano intorno a un ospedale dall’impeccabile reputazione che però al suo interno svolge dei misteriosi esperimenti sui pazienti. La giovane praticante Hanna Carter si trova suo malgrado invischiata nei meccanismi tentacolari dell’ospedale in una ricerca che la porterà a scoperchiare i misteri che si celano sotto la facciata convenzionale della struttura. Nel ruolo principale di Hanna troviamo la bella Claire Foy, che abbiamo avuto modo di ammirare recentemente nel trasposizione televisiva del libro di Terry Pratchett, Going Postal. Al suo fianco troviamo nel ruolo del dottor Nick Gates, Stephen Campbell Moore, già noto al pubblico sci-fi per la sua partecipazione alla prima stagione di Ashes to Ashes. Al timone del progetto c’è Paul Cornell, che ha lavorato per Doctor Who e Primeval.
Quando ho iniziato a guardare questo pilot sono subito rimasto abbastanza perplesso riguardo al ritmo sin troppo lento, al limite del soporifero, che è stato dato nella parte introduttiva, che di fatto a livello di sceneggiatura non introduce praticamente nulla fino almeno i primi quaranta minuti (Nb il pilot è di 55 minuti). Poi però nella parte finale c’è un riscatto piuttosto evidente, con un susseguirsi di azione sino al finale, che lascia con una certa curiosità di vedere gli sviluppi di questa storia.
Gli ospedali sono luoghi terrificanti. Siamo spesso abituati a vederli asettici e a volte familiari come in tanti telefilm come Dr House, ER ecc, ma la realtà è che sono il luogo che ci crea maggior angoscia di tutti quelli possibili. Lo aveva capito benissimo Lars Von Trier, che con il suo The Kingdom era riuscito a materializzare l’orrore e l’angoscia di un luogo che è ai confini della realtà, sospeso tra la vita e la morte.
In questo senso Pulse riesce a raccogliere egregiamente questa eredità, riproponendo lo schema Von Trier in una dimensione, se possibile, ancora più trash e sanguinolenta. Un altro debito che Pulse deve alla filmografia del passato è sicuramente legato ai lavori di David Cronemberg, il rapporto morboso con la carne del proprio corpo che diventa un qualcosa di autonomo e estraneo è una palese citazione dei tanti lavori dell’artista canadese. Anche dal punto di vista tecnico, la sensazione di angoscia persistente è egregiamente rappresentata con ambienti al limite dell’anonimo e lunghi, enormi corridoi che sembrano non avere fine. È un vero peccato che un’atmosfera horror così ben congegnata non sia supportata da dialoghi all’altezza e che la sceneggiatura sia in larga parte deficitaria di sostanza. Credo comunque che Pulse possa essere un prodotto in grado di soddisfare gli appetiti dei fan del genere horror, ma che abbia scarse possibilità di poter generare interesse nel resto del pubblico che non trova allettanti le sensazioni di angoscia e disgusto.
Credo quindi che se questo pilot era un banco di prova per una serie, sia stato realizzato in una maniera troppo cult e troppo estrema per raggiungere il suo obbiettivo. Ma dalle parti della BBC sono dei tipi strani, con mentalità molto lontane da quelle americane, e in Inghilterra tutto è possibile.
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