Lo strambo universo del Mondo Disco partorito dalla fantasia di Terry Pratchett si materializza nuovamente sui teleschermi inglesi. Going Postal è la terza trasposizione televisiva dopo Hogfather e The Colour of Magic, e probabilmente è la migliore e più fedele ai libri delle tre. Narra le avvincenti peripezie del truffatore di professione Moist Von Lipwig, a cui viene offerta una possibilità di redenzione da Lord Vetinari, il Patrizio di Ankh Morpork, in alternativa a… beh, alla morte. Come non accettare? Questa possibilità di redenzione consiste nel rimettere in piedi il servizio postale cittadino, caduto in disgrazia dall’invenzione del sistema di “clacks”, una serie di torri semaforiche che trasmettono messaggi da un capo all’altro del mondo in una sorta di telegrafo luminoso. L’operazione è più disperata di quanto si possa immaginare, in quanto buona parte della disgrazia nella quale versa il servizio postale è proprio opera di Reacher Gilt, il proprietario del servizio delle clacks, dedito al sabotaggio di qualsiasi tentativo di ripristino della posta.
Queste sono le premesse che gettano le basi di uno dei cicli più divertenti del Mondo Disco, legate appunto alla figura di Moist Von Lipwig.
Come detto all’inizio, ci troviamo di fronte probabilmente all’adattamento migliore di un testo di Terry Pratchett per la televisione, e questo grazie anche a un budget di alto livello assegnato da Sky1 alla produzione di questo film tv. La scelta degli attori è quanto mai azzeccata, infatti la coppia Moist Von Lipwig (Richard Coyle) e l’oscura Adora Belle Dearheart (Claire Foy) funziona alla meraviglia, garantendo momenti di surreale divertimento accompagnati anche da un intenso e crescente rapporto d’amore.
Ma anche i personaggi secondari sono di grande livello.
Troviamo infatti il navigatissimo e bravo Charles Dance (Goshford Park, Last Action Hero, Alien 3) nel ruolo Havelock Vetinari, e David Suchet, che per l’immaginario collettivo da oltre vent’anni rappresenta la faccia di Hercule Poirot, a dare il volto stavolta a Reacher Gilt.
Onore al merito va anche agli sceneggiatori, che hanno avuto l’umiltà di trasporre con precisione le dinamiche interpersonali dei personaggi senza stravolgerle “creativamente” come spesso accade in questi casi.
Ben riuscite sono anche le figure minori come quelle degli assistenti di Moist all’ufficio postale: l’esilarante figura del maniaco ossessivo collezionista di spilli, il sindacato dei golem, e i supernerd informatici adattati al mondo fantasy di Pratchett. Commovente, per le vicende umane ben note che lo hanno colpito, la scena finale nella quale compare lo stesso Pratchett nel ruolo di un postino.
I fan del ciclo di Discworld non hanno certamente di che lamentarsi, e potranno gustarsi qualche ora di appassionante immersione nel loro universo preferito, capace comunque di fare breccia anche nel cuore dei “profani”.
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