Non capita tutti i giorni che il cinema, anche quello più commerciale spinto dal successo e dall'evoluzione dei computer, riesca a sorprenderti, almeno un pochettino.
Questo è il caso di Synapse film che - forse - la Medusa casa di distribuzione di proprietà di Silvio Berlusconi ha voluto scaramanticamente intitolare in maniera differente dall'originale e comprensibilissimo Antitrust.
Thriller a metà tra il tecnologico e il politico, Synapse con il suo ispirarsi liberamente alla figura tanti magnati della New Economy sul modello di Bill Gates, è un film che fa riflettere: cosa accadrebbe se un software in grado di integrare il mondo in maniera interattiva cadesse in mani sbagliate? E chi o che cosa sarebbero disposti a sacrificare gli eventuali programmatori di un prodotto del genere? Il Grande Fratello non è solo uno show commerciale simbolo del cattivo gusto della nostra epoca, ma anche un rischio plausibile in un mondo altamente tecnologizzato dove ognuno di noi lascia costantemente decine di impronte digitali. Synapse è un film abbastanza intrigante e sufficientemente imprevedibile, diretto da Peter Howitt, già regista di Sliding Doors e interpretato da un gruppo di attori tutti molto bravi, con una storia attuale e inquietante in cui il controllo delle informazioni e delle vite delle persone può portare a nuove e raffinate forme di totalitarismo in nome del dio denaro, anziché di paccottiglia ideologica ormai stantia. Ma non è che ci sia da stare tanto allegri, perché i pericoli sono forse ancora maggiori.
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