Diretto dal regista di Costretti a uccidere, Bait è un piccolo puzzle di tanti film già visti. Un incrocio tra Nemico pubblico e tanto altro cinema telematico, senza però la grazia di un protagonista davvero carismatico. Purtroppo mentre Jamie Foxx (Ogni maledetta domenica) non è, infatti, assolutamente in grado di gestire un personaggio ironico e accattivante, la sceneggiatura è spesso lacrimosa ed eccessivamente melodrammatica in maniera assai prevedibile. David Morse interpreta un agente troppo duro che usa un ladruncolo come esca per acchiappare o uccidere un pericoloso criminale, convinto che il piccolo malfattore sia a conoscenza del luogo dove sono stati sepolti quaranta milioni di dollari in lingotti d'oro. Di qui una serie di equivoci seguiti passo dopo passo fino in camera da letto da una tecnologia superavanzata. Due lunghissime ore per una storia concitata, con una regia indecisa se seguire uno stile visionario come in Costretti a uccidere con Chow Yun Fat e Mira Sorvino, oppure adeguarsi ai cliché di un genere abusato. Il risultato è un film slegato, discontinuo, noioso e rumoroso, dove tutto sembra essere reso in maniera eccessiva e - addirittura - estrema.