Se Viaggio nella Luna di George Méliès fu il primo film di fantascienza della storia, Metropolis fu il primo film di fantascienza "moderno", cioé con una trama forte e strutturata in ogni elemento per rendere con la massima verosimiglianza l'idea del futuro. Film simbolo dell'espressionismo tedesco, corrente culturale d'avanguardia che privilegiava l'emotività esteriore delle immagini, è considerato uno dei capolavori di Fritz Lang. Metropolis ha posto le basi del cinema di fantascienza moderno, essendo fonte di ispirazione per un numero enorme di registi. Non stupisce quindi che ancora oggi, a distanza di ottantatre anni, il suo ritorno nelle sale in una nuova versione di due ore e mezza susciti grande interesse. Tanto che c'è chi lo paragona, per ambizione e grandiosità, ad Avatar, moderno kolossal di James Cameron.
La storia di Metropolis è nota. Nell'anno 2026 il mondo è diviso in classi estremamente rigide: da una parte un'elite di ricchi imprenditori, dall'altra la massa di operai il cui unico compito è far funzionare le enormi macchine che permettono la sopravvivenza della città di Metropolis. Freder, il figlio di John Fredersen, proprietario dell'immensa città, si innamora della veggente Maria, decide di abbandonare il lusso e l'agiatezza per unirsi agli operai e condividerne l'esistenza. Quando Fredersen capisce che Freder potrebbe fomentare una rivolta degli operai, fa rapire Maria facendola sostituire da un robot che ne riproduce l'aspetto. Ma lo scienziato Rotwang ha programmato il robot affinché inciti gli operai alla rivolta, cosa che avviene facendo precipitare gli eventi.
Il film ebbe numeri mai visti per una produzione dell'epoca. E' sufficiente citare il costo di produzione, circa cinquanta milioni di marchi (corrispondenti a circa duecento milioni di dollari attuali), costo che fece fallire la casa di produzione UFA. Alla sua uscita però il film venne sostanzialmente stroncato; considerato reazionario e razzista (non a caso il dittatore Adolf Hitler lo adorava), prolisso, noioso e inconcludente, venne lodato solo per la grandissima tecnica di ripresa, veramente innovativa per i tempi. La lunghezza spropositata di centocinquantatre minuti fu considerata eccessiva, così la versione per il mercato internazionale fu ridotta a soli novanta minuti, rendendo la trama confusa e illogica. E infatti il film fu stroncato praticamente ovunque venne proiettato, nonostante negli USA riscosse un ottimo successo di pubblico.
Con il passare degli anni però Metropolis venne rivalutato quantomeno per quanto riguarda gli aspetti tecnici; infatti Lang, nonostante fosse fuggito dalla Germania già nel 1934, non riuscì mai a togliersi di dosso la fama di aver realizzato un film caro al regime nazista. Metropolis così restò appannaggio delle scuole di cinema, finché la sua rivalutazione tecnica e culturale lo riportò più volte nelle sale e nel mercato home video, in montaggi e versioni differenti poiché gran parte del girato originale era andato perduto. Nel 1984 la Cineteca di Monaco ne realizzò una prima versione restaurata, montando insieme varie versioni d'epoca recuperate. Contemporaneamente venne mandata nelle sale una versione di ottantasette minuti a colori e con una colonna sonora rock composta da Giorgio Moroder (tra i tanti, Flashdance e Superman III). Nel 2001 venne realizzata un'altra versione parziale di centoquindici minuti, destinata al mercato DVD; un'altra versione fu sottoposta a un doppiaggio e dotata di una nuova colonna sonora, composta da Philip Glass.
Finché si arriva al luglio 2008 quando, nell'archivio di un collezionista privato di Buenos Aires (probabilmente uno dei tanti ex gerarchi rifugiatisi in Argentina), è stata trovata una copia intera in 16 mm della primissima versione del film, quella che nelle intenzioni di Lang doveva essere la copia definitiva. La bobina è stata presa in carico dalla Fondazione Frederich Whilhelm Murnau che ne ha curato il restauro. La bobina era in buone condizioni e, a parte pochi secondi estremamente danneggiati, è stato possibile riportare in vita il film esattamente come Lang lo aveva concepito, aggiungendovi circa venticinque minuti di scene che in epoca moderna nessuno ha mai visto.
La versione restaurata, denominata The Complete Metropolis, ha appena debuttato nei cinema di Los Angeles e si appresta ora a fare il giro dei principali paesi, prima di approdare in DVD e Blu-Ray verso la fine di quest'anno. La compagnia Kino che ne cura la distribuzione, ha realizzato un sito ufficiale il cui link si trova nelle Risorse in rete. Le prime recensioni che arrivano dagli USA sono entusiastiche: il restauro ha restituito pienamente all'opera di Lang tutta la sua complessità, non solo per quanto riguarda l'aspetto tecnico, ma anche con riferimento alla trama, arricchita da un numero enorme di sottotrame e di personaggi che completano la visione dura e pessimistica del regista. Complessità a cui molti film attuali, compreso il già citato Avatar, non riescono neanche ad avvicinarsi.
Le immagini e l'atmosfera distopica di Metropolis hanno ispirato numerosi film, da Blade Runner a Terminator a Brazil; l'influenza del film si è fatta sentire in moltissimi campi dell'arte, dalla pittura alla letteratura alla musica, con il grandioso omaggio offerto dai Queen nel video di Radio Gaga del 1986. E l'immagine della donna robot è diventata un'icona della pop art. Negli ultimi anni della sua vita Lang prese spesso le distanze Metropolis, non sentendosene rappresentato; ma resta il fatto che il film è diventata una pietra miliare al di là delle intenzioni del suo autore. In un'epoca come la nostra, infarcita da una povertà di idee riempita con sequel, prequel, remake, reboot e quant'altro, un film del 1927 può essere ancora fonte di ispirazione, e risultare paradossalmente innovativo. Anzi, togliamo pure il paradossalmente.
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