Con il numero 88 di Urania Collezione approda nelle edicole un piccolo capolavoro di Jack Vance, quel Pianeta d’acqua (Blue World, 1966) la cui prima (e unica) ristampa risale al lontano 1988. Per molti questo romanzo, da non perdere, è una novità. Il curatore Giuseppe Lippi fa anche un bel regalo ai lettori in quanto in appendice troviamo il racconto inedito Il kragen (The Kragen, 1969), sulla base del quale l’autore ha poi sviluppato il romanzo.
Jack Vance è un maestro dell’avventura. Con i suoi racconti e romanzi ha portato migliaia di lettori a scoprire i misteri e le insidie dei tanti mondi che la sua fertile mente ha inventato. Anche in Pianeta d’acqua siamo in un mondo particolare, dove non ci sono terre emerse. C’è una colonia di esseri umani che sono letteralmente piovuti dal cielo: un'astronave che trasportava i loro antenati, criminali fuggiti da qualche colonia penale, è precipitata sul pianeta. Giunti all'undicesima generazione, i "naufraghi" sono costretti a vivere su isole galleggianti, che sono le punte emerse di enormi piante sottomarine.
Così si è venuta a creare un'insolita civiltà che, per mancanza oggettiva di mezzi, non ha potuto svilupparsi più di tanto. Il mare è abitato anche da enormi e mostruosi pesci chiamati Kragen. Uno di questi, un enorme pesce intelligente, chiede agli umani tributi per permettere loro di pescare e girare con le imbarcazioni. Ma c’è anche un’altra dittatura, quella dei sacerdoti che hanno fatto del Kragen un oggetto di culto. Sarà il protagonista, Sklar Hast, a cercare di liberare il suo popolo dalla doppia schiavitù.
L’autore. Jack Vance è nato a San Francisco nel 1916. Dopo aver lavorato per un breve periodo come sceneggiatore per la 20th Century Fox, ha viaggiato in molte parti del mondo. Nel 1945 - a 29 anni - pubblica il suo primo racconto, The world thinker, sulla rivista Thrilling Wonder Stories. Per vivere fa vari mestieri, tra i quali anche il muratore, e suona in diversi gruppi jazz, finché il crescente successo gli permette di dedicarsi esclusivamente alla scrittura. Non scrive solo fantascienza; sotto gli pseudonimi di John Holbrook, Alan Wade, Peter Hold conduce una fortunata carriera di giallista. Tra i suoi capolavori fantastici ricordiamo il ciclo della Terra morente (1950-1984) di cui fanno parte Crepuscolo di un mondo, La saga di Cugel e Rhialto il meraviglioso; e il ciclo di Lyonesse (1983-90). Tra i più apprezzati romanzi di fantascienza: il ciclo del Pianeta Gigante, che si apre con L’odissea di Glystra (1951) e che prosegue con Il mondo degli showboat (1975), i cicli di Durdane, Alastor e dei Principi Demoni.
La quarta di copertina. Sul “pianeta d’acqua” la morte è sempre in agguato. La sua insolita popolazione, costituita dagli scampati al naufragio di un’astronave terrestre, si è ormai adattata alla durezza dell’ambiente. Resta però il pericolo principale: i Kragen, mostruosi abitatori degli abissi. Di uno di loro, adorato come un dio, la colonia è schiava. Per liberarsi dalla servitù nei confronti della bestia saranno necessari sofferenza, coraggio e armi costate sudore e sangue. Ma ne varrà la pena: la meta finale è la conquista di un mondo.
In appendice a questa edizione è incluso il racconto Il Kragen (1964), sulla base del quale Vance ha costruito Pianeta d’acqua.
Jack Vance, Pianeta d’acqua (Blue World, 1966)
Traduzione Maurizio Gavioli (Blue World) e Ferruccio Alessandri (The Kragen)
Mondadori, collana Urania Collezione 88, pagg. 324, euro 5,50
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