Pianeta d'acqua ha un tema di base intrigante: un pianeta popolato dai superstiti di un naufragio spaziale, che si trovano di colpo a dover lottare per la sopravvivenza, tagliati fuori dalla civiltà e costretti a regredire a un livello di pura sopravvivenza.
Certo, il romanzo di Jack Vance non è certamente originale, innumerevoli sono i mondi che hanno avuto questo destino: il pianeta dimenticato di Murray Leinster, Darkover di Marion Zimmer Bradley e le colonie perdute di Raymond Chandler sono solo alcuni di questi.
Ma Vance ha complicato la vita ai suoi naufraghi, criminali in fuga dal mondo di origine, facendoli precipitare su un pianeta completamente ricoperto d'acqua, dove solo la presenza di enormi vegetali (o forse si tratta di un solo, colossale, organismo) permette la sopravvivenza.
Le piante hanno infatti tronchi immersi nell'acqua ma enormi foglie che galleggiano come ninfee, ospitando diverse forme di vita e fornendo rifugio e risorse agli umani; gli unici pericoli vengono da grossi crostacei chiamati Kragen, predatori marini alla sommità della catena alimentare.
Dopo diverse generazioni l'arcipelago dove hanno trovato rifugio i naufraghi ospita circa cinquantamila persone, le isole fervono di attività, la società è divisa in caste che riflettono i reati dei coloni originari: malversatori, incendiari, pataccari, ladri e altre categorie hanno dato origine a una società pacifica, quasi un Eden acquatico.
Come ogni Eden che si rispetti anche questo ha il suo Serpente, un enorme Kragen, lungo venti metri, pretende di essere nutrito popolazione delle isole, in cambio della protezione fornita contro gli esemplari più piccoli.
Naturalmente qualcuno ha trovato il modo di approfittare della situazione, gli Intercessori occupano una buona posizione sociale e vivono nel lusso, avendo come unico compito quello di parlare con Re Kragen e di invocare la sua benevolenza, niente di strano che sia loro interesse mantenere lo status quo.
Skalr Hast, un giovane pataccaro, addetto alle torri di comunicazione che permettono lo scambio di messaggi tra le isole, compie il primo atto di ribellione uccidendo un piccolo kragen che stava depredando le sue coltivazioni di spugne.
Questo gesto scatena una serie di eventi che cambieranno per sempre la vita degli abitanti delle isole, divisi tra l'obbedienza all'antico padrone e la voglia di libertà.
Pianeta d'acqua è uno dei pochi romanzi di Vance che non appartiene a una serie, si tratta di una storia abbastanza convenzionale, il cui pregio maggiore sta nella descrizione della strana società che vive di quanto offre l'oceano.
Il tema dello sfruttamento dell'uomo da parte di una razza aliena, che Vance usa abbastanza di frequente (a volte rovesciando la situazione), e le scene di azione passano infatti in secondo piano davanti alla descrizione di un gruppo di umani che ha idee completamente sbagliate sui propri antenati.
Affascinante il modo con cui l'autore descrive una società non violenta, che ha come unico contatto con la propria origine libri di difficile interpretazione, e che tuttavia trova la forza di riscoprire l'orgoglio di essere liberi.
Non bisogna tuttavia pensare a interminabili descrizioni di usi e costumi bizzarri e inusuali, o a dispute filosofiche, Vance non si perde in troppe descrizioni, ma pennella il ritratto di un mondo con pochi e sapienti tocchi, mentre la storia procede spedita.
Non siamo tuttavia di fronte a uno dei capolavori dello scrittore californiano, il romanzo è fin troppo lineare e ben lontano dalla complessità mostrata in altre sue creazioni.
Questa edizione contiene anche il racconto il cui ampliamento ha dato origine al romanzo (The Kragen, 1969), ed è facile accorgersi che l'autore ha semplicemente rimpolpato la storia senza introdurvi grosse novità, probabilmente per raggiungere la dimensione necessaria alla pubblicazione in volume.
Detto questo Pianeta d'acqua resta una storia più che godibile, che si legge velocemente e con piacere, per i fan di Vance una imperdibile occasione di leggere un romanzo che sembrava destinato all'oblio.
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