Per tutti gli anni Cinquanta, Sohl da sfogo a questa sua fantascienza in romanzi come Resurrezione (The Altered Ego, 1954), Il Pianeta dell’Esilio (Point Ultimate, 1955) e Il tempo si è fermato (The Time Dissolver, 1957), dedicandosi dal 1958 in poi quasi esclusivamente a scrivere script per la televisione.La sua carriera televisiva inizia con la serie poliziesca M Squad (protagonista Lee Marvin). Tra il 1959 e il 1961 scrive ben quattro episodi della famosa serie Alfred Hitchcock Presenta (Alfred Hitchcock Presents), in cui Alfred Hitchcock presentava avvincenti e imprevedibili storie noir, spesso tratte da racconti di grandi scrittori come Cornell Woolrich o Robert “Psycho” Bloch.Tra il 1963 e il 1964 lavora a tre episodi di Ai Confini della Realtà e qui la sua vena fantastica trova una nuova casa. I tre episodi sono: La nuova esposizione (The New Exhibit, 1963), La bambola vivente (Living Doll, 1963) e La Regina del Nilo (Queen of the Nile, 1964).Il primo è in realtà ufficialmente accreditato a Charles Beaumont, ma venne scritto da Sohl che allora – come per altri scrittori- lavorava come ghostwriter. Beaumont, infatti, era solito accettare più lavoro di quanto potesse permettersi, salvo poi delegarlo e dividere al cinquanta per cento i compensi.
In La nuova esposizione, il protagonista è Martin Lombard Senescu, curatore della sala degli assassini di un museo delle cere prossimo alla chiusura per far posto ad un centro commerciale. Martin chiede al suo capo e buon amico, il signor Ferguson, di poter portare via con se le cinque statue di cui si è occupato in questi anni: Jack lo Squartatore, Albert W. Hicks, Henri "Barbablù" Landru, Hare e Burke, cinque famosi assassini. Nonostante le proteste della moglie, l’uomo mette le statue nel suo scantinato, opportunamente raffreddate da un condizionatore d’aria. La moglie, tuttavia, una sera cerca di spegnere il condizionatore, aizzata anche dal fratello. Mentre compie l’operazione, la statua di Jack lo Squartatore uccide la donna con il suo pugnale. Il giorno dopo, Martin capisce tutto e occulta il cadavere, non prima di aver rimproverato la statua. Ma è solo il primo di una serie di delitti. Le statue, alla fine, si ribellano anche contro Martin che le ha amorevolmente custodite. Qualche tempo dopo una guida introduce alcuni visitatori ad un gruppo di statue di cera di famosi assassini, tra cui c’è anche quella di Martin Senescu, accusato di aver ucciso la moglie, il cognato e il suo migliore amico.
L’ossessione del protagonista per le quelle che considera le sue statue gli offusca la mente a tal punto da diventare egli stesso vittima della sua ossessione. In questo, come negli altri due episodi, Sohl tratteggia straordinariamente bene la psicologia dei protagonisti della sua storia, che davanti all’evidenza di un avvenimento irrazionale, lo accettano senza riserve.
Lo stesso genere di plot, ritroviamo in La bambola vivente, anche questo accreditato a Beaumont, ma scritto da Sohl.
Erich Streator è molto contrariato quando scopre che la moglie ha acquistato per la figliastra una nuova bambola dal nome Talky Tina, che come dice il nome è una bambola parlante. Diventa, però, furioso quando è la bambola stessa a dirgli che l'antipatia è reciproca. All'inizio l'uomo pensa ad uno strano scherzo, ma ogni volta che rimane da solo con Talky Tina, questa gli parla, arrivando perfino a minacciare di ucciderlo...
Anche qui, non ci sono – per usare una metafora cinematografica – effetti speciali, ma tutto l’episodio si regge proprio su elementi narrativi forti, che mescolano l’orrore puro con il fantastico.
Anche nell’ultimo episodio, La Regina del Nilo, ci troviamo di fronte ad una protagonista straniante. La famosa attrice Pamela Morris è sempre più bella, così bella che iltempo per lei sembra veramente non passare mai. Il giornalista Jordan Herrick si è ripromesso di rivelare ai lettori l'età e il segreto di eterna giovinezza della star, e Pamela sembra non avere difficoltà a confessare i suoi trentotto anni e un segreto: la donna possiede un piccolo scarabeo che indossa al collo che è in grado di assorbire la vita degli altri. L’uomo non le crede, ma allo stesso tempo capisce che la donna lo ha avvelenato con un drink. Il giornalista cade a terra e la donna gli applica sul corpo lo scarabeo, riducendo l’uomo a un mucchio di ossa. Qualche giorno dopo, un altro giovane giornalista vuole intervistare l’attrice, e lo spettatore intuisce che si ripeterà la stessa scena appena vista. La donna infatti è Cleopatra, che - grazie allo scarabeo - è vissuta fino ai giorni nostri.
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