In ogni tipo di arte è fisiologico che ci siano sempre degli autori che con le loro opere e la loro originalità spostano in avanti il confine stesso di quell’arte, dando vita a nuovi concetti con cui i successori devono, inevitabilmente, fare i conti. Pensiamo ad esempio al cinema e a registi come Stanley Kubrick o George Lucas. Entrambi, in modo diverso - e per certi versi su versanti opposti (cinema d’autore il primo, cinema popolare e di genere il secondo) – hanno perfezionato l’idea stessa di cinema, realizzando pellicole che sono diventate un riferimento costante per generazioni di cineasti.
Nel mondo del fumetto, invece, un disegnatore che ha coperto un tale ruolo è stato certamente Moebius, al secolo Jean Giraud, di cui recentemente la BD Edizioni ha riproposto un suo capolavoro di fantascienza: Il Garage ermetico.
Jean Giraud, più noto con gli pseudonimi di Moebius e di Gir, è una vera e propria leggenda del fumetto internazionale, un autore con cui chiunque oggi deve misurarsi se aspira a diventare un disegnatore e a cimentarsi, in particolare, con il disegno a tema fantascientifico e fantastico.
Nato a Nogent-sur-Marne, in Francia, l'8 maggio 1938, Moebius eèvenuto a contatto con i fumetti - o Bande Dessinée (striscia disegnata), come si chiamano in Francia – in tenera età: da bambino, come assiduo lettore, e da ragazzo, quando ha frequentato l’Istituto D’Arte. Nel 1956, ad appena 18 anni, era già al lavoro come disegnatore, realizzando un fumetto western dal titolo Frank et Jeremie per la rivista Far West.
In quegli stessi anni, lavora soprattutto per due riviste cattoliche, Vaillantes Ames e Vaillants Coeurs, dove disegna delle brevi strisce. Dopo aver svolto il servizio militare, all'inizio del 1961, approda come apprendista alla corte del cartoonist Joseph Gillian, conosciuto con lo pseudonimo di Jijé. Gillian è stato fondamentale per la carriera di Moebius. Insieme, infatti, hanno realizzato la striscia Jerry Spring, ma soprattutto ha imparato i rudimenti su come realizzare un fumetto seriale e popolare.
Nel 1963, con lo pseudonimo di Gir, Giraud inizia la serie a fumetti western Blueberry, pubblicata sul numero 210 della rivista Pilote, creata insieme allo sceneggiatore Jean-Michel Charlier. La prima storia s’intitola Fort Navajo. Con Blueberry, Jean Giraud dà vita ad un personaggio che lo accompagnerà per il resto della sua esistenza, anche se in quanto fumetto seriale il disegnatore francese avvertirà presto che non è questa la strada che cercava quando ha cominciato a dare forma alla sua creatività. Sempre nel 1963, infatti, desideroso di spazi di maggiore libertà, crea lo pseudonimo di Moebius, con il quale firma 21 strisce satiriche, dal 1963 al 1964 per la rivista Hara kiri. Queste strisce ricordavano molto, per stile ed ironia, quelle che venivano pubblicate su un’atra storica rivista, l’americana Mad Magazine, diretta dal grande disegnatore Harry Kurtzman. Molto probabilmente, il lettore dell’epoca, non avrebbe mai potuto supporre che dietro quello stile di disegno, molto surreale e ai limiti del fantastico, ci fosse lo stesso disegnatore del fumetto western Blueberry, anche perché per i successivi dieci anni Giraud non firmerà più nulla come Moebius. Gir e Mobieus restano per molto tempo, nell’immaginario dei lettori, due disegnatori, anche molto diversi fra loro dal punto di vista stilistico.
Sulla rivista Pilote, continuavano a comparire storie di Gir e spesso il disegnatore francese era capace di attingere anche a stili di autori americani ed in particolare dei disegnatori dei comic book dei supereroi. Ne è un esempio la storia apparsa su Pilote numero 645 del marzo del 1972, intitolata Y a Pas Moyen.
Nel 1973, invece, sempre su Pilote esce la storia in bianco e nero La Deviation con la firma di Gir, dove si racconta delle vacanze – anche qui surreali – dell’artista Jan Giraud. Il disegnatore lascia così intendere, ma sempre con le riserve del caso, che forse Gir, Jan Giraud e Moebius sono la stessa persona, perché lo stile del disegno è decisamente più da Moebius che da Gir.
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