Per un protagonista così, non ci poteva essere Companion migliore di Karen Gillan, anche lei 27enne, selezionata tra tante per essere la tradizionale spalla femminile del Dottore. Quasi una debuttante, avendo limitato le sue esperienza – come sempre in Inghilterra – nel teatro, a parte piccole apparizioni in serie televisive britanniche (tra cui, nel 2008, proprio in Doctor Who, nel secondo episodio della quarta stagione Le fiamme di Pompei girato negli studi di Cinecittà a Roma), Karen Gillan assicura che il casting a cui si è sottoposta per la parte entra di diritto “tra le più strane esperienze mai provate”. Nella seconda audizione, con Matt Smith già selezionato per il ruolo del Dottore, l’unica cosa che riesce a pensare è “non è reale!”. In effetti l’irreale è proprio la caratteristica di Doctor Who per cui lo spaesamento di Gillan non dev’essere sembrato fuori posto per Steven Moffat quando, dopo aver stravolto le sue idee con la scelta di Smith, si è deciso a scegliere la giovane scozzese per il ruolo di Companion.
In effetti, benché fosse un segreto di Pulcinella, il ruolo per il quale si svolgevano i provini era top-secret. Il nome in codice era “Panic Moon”, un anagramma che Gillan non aveva avuto difficoltà a risolvere, perché era appunto quello di “Companion”. La segretezza ha avvolto tutto il processo di realizzazione di questa quinta stagione, una scelta dei produttori per aumentare l’attesa nei confronti della nuova veste del Dottore. Perciò, non potendo annunciarlo al mondo, Karen Gillan lo rivela solo alla madre, grande fan della serie da anni, la quale, visibilmente commossa, decide di prendersi una giornata di ferie dal lavoro. Anche la prima esperienza di Gillan sul set si rivela un quasi-shock come per Matt Smith. L’attore rivela che proprio la contemporanea presenza di entrambi in quella giornata – coetanei, debuttanti, inevitabilmente spaesati – li ha aiutati a farsi forza e affrontare la prima sfida di Doctor Who. Dopodiché, si è venuta subito a creare la necessaria complicità tra i due.
“Troviamo difficile restare seri quando filmiamo le scene insieme”, ha ammesso Smith. “Siamo sempre impazienti di ritrovarci insieme nella sala trucco, ci scompisciamo dalla risate a vicenda”. A questo punto non ci si potevano aspettare esitazioni quando le è stata posta la fatidica domanda: chi è il Dottore preferito di Karen Gillan? “È semplice: Matt”. Non poteva essere altrimenti anche perché la sceneggiatura scritta per loro calza perfettamente a pennello. Dopo aver incontrato Amy Pond bambina nel 1996, averle appena sconvolto l’esistenza sulle tracce di un “Prigioniero Zero” scappato attraverso una crepa dell’universo nel muro della sua cameretta, il Dottore torna dopo dodici anni e quattro psichiatri che hanno cercato di convincere Amy che il suo amico incontrato anni fa è immaginario quanto Babbo Natale. Lei intanto si guadagna da vivere andando in giro in abiti succinti a dare baci a persone che non conosce, e che quel giorno festeggiano il compleanno (in Inghilterra c’è anche chi fa carriera così), e quando il Dottore torna per la terza volta nella sua vita è ormai a un passo dal matrimonio. Si deve sposare il giorno dopo. Lui la convince a venire con sé per farsi perdonare di averle scombussolato un po’ la vita, e le promette che ritorneranno per il mattino successivo. Ma, grazie al TARDIS, ventiquattro ore possono diventare molto lunghe. Per la precisione, 13 episodi e uno speciale natalizio.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID