Accanto alle nuove leve anche i vecchi leoni della fantascienza nostrana hanno avuto spazio sulle riviste mondadoriane, Urania Collezione ha emulato la collana madre, presentando i romanzi Quando le radici di Lino Aldani e Come ladro di notte di Mauro Antonio Miglieruolo, si tratta delle opere più rappresentative di due autori che hanno cercato strade personali, senza piegarsi a mode o imitazioni.Il romanzo di Aldani, venuto a mancare nel gennaio del 2009, è chiuso in una provincia italiana assediata da un mondo moderno e disumanizzato, quasi un percorso autobiografico, mentre quello di Miglieruolo spazia nelle galassie di un lontanissimo futuro, dove flotte immense si affrontano negli spazi siderali.Siamo comunque di fronte a opere che, a dispetto degli scenari e dei temi completamente differenti, hanno diversi punti in comune: ambedue sono rappresentano una interpretazione della fantascienza personale e difficilmente inquadrabile, ambedue difficili e destinate a dividere gli appassionati e suscitare accesi dibattiti, entrambe con una visione pessimistica del futuro.Un romanzo ambizioso e complesso, opera di un veterano come Vittorio Catani, è apparso sulle pagine di Urania Speciale: Il Quinto principio proietta nel futuro molte delle tendenze visibili anche ai giorni nostri, mescolando diverse vicende in una storia che a volte assume tinte forti.Inutile dire che anche qui polemiche e discussioni hanno tenuto banco per settimane, correndo tra server e nodi della grande rete, segno che il romanzo dell’autore pugliese ha lasciato il segno. Mondadori non si è limitata alle pubblicazioni da edicola, ma ha inserito diversi autori italiani nell’antologia Racconti fantastici del ‘900, una corposa raccolta a cura di Giuseppe Lippi, apparsa nella collana Oscar Grandi Classici.Nelle quasi novecento pagine di questa antologia hanno trovato accoglienza Italo Calvino, Vittorio Curtoni, Valerio Evangelisti, Alan D. Altieri e l’ottimo ma sfortunato Riccardo Levighi, autore estremamente dotato, ma scomparso a 44 anni.Delos Books non si è fatta mancare una buona dose di autori italiani, cominciamo con i due romanzi al femminile apparsi nella collana Odissea Fantascienza: Clipart di Elisabetta Vernier e Nessun uomo è mio fratello di Clelia Farris.Il primo è la riedizione del romanzo vincitore del Premio Italia 2004, un cyberthriller serrato e adrenalinico, ambientato in un futuro cupo, dominato dalle megacorporazioni e percorso da motociclisti nomadi, dove l’essenza delle cose non sempre rispecchia l’apparenza.Più rassicurante, almeno apparentemente, lo scenario bucolico della storia di Clelia Farris, in un futuro non molto lontano, molto simile al presente, ma con un importante differenza: con la pubertà a tutti appare una lettera C o una V sul corpo, lettera che li qualifica come Vittime o Carnefici, e la legge non punisce un Carnefice che uccide la propria Vittima.
Intrigante e pieno di idee questo romanzo, vincitore del primo premio Odissea, rappresenta una gradita conferma di una scrittrice considerata una promessa della fantascienza italiana.
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