Però non potremo mai saperlo finché corre sfiduciato e perdente in partenza. Oppure
Intanto, (genericamente parlando, eh…) il pregiudizio è tutt’altro che morto e sepolto, ancora incombe. Lo si vede dall’impossibilità di assumere un atteggiamento neutro ed obiettivo rispetto alle opere italiane, da parte degli appassionati, dei recensori più o meno improvvisati: con la migliore buona volontà e buona fede, ancora o si legge col lanternino, cercando errori su cui si passerebbe tranquillamente sopra nel caso di uno straniero, oppure si esercita una sorta di indulgenza patriottica generica.A ciò corrisponde un simmetrico vittimismo di fondo da parte di noi autori, che ci viene ampiamente e sanguinosamente rinfacciato, l’alibi dei pesi per giustificare le manchevolezze, oppure un irrigidimento sulle proprie posizioni. Un altro difetto non ancora superato del tutto è una certa litigiosità e la tendenza dell’ambiente a dividersi in correnti.Eppure, abbiamo esempi in altri generi, di come le divisioni danneggino, e l’unione, pur nelle differenze, faccia la forza.
Abbiamo, anche nella fantascienza, l’esempio di gruppi e correnti letterarie nati da poco che pure riescono a mettersi in evidenza e ottenere risultati ben superiori a quella che sarebbe la somma dei singoli autori.
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