Quand'anche l'idea di videogame aperto e sbarazzino incomincia a seguire sentieri sempre più stretti, finendo spesso per perdersi in congetture, ecco che un titolo come Just Cause 2 fa invece un passo indietro, recuperando quella libertà di pensiero e azione concessa al giocatore solo dagli infiniti spazi virtuali.
In Svezia, negli studi Avalanche, dove sono state redatte le linee guida di questo frizzante free roaming di ultima generazione, dovrebbe fare abbastanza freddo. E, se è vero che sullo schermo di Just Cause 2 si materializzano persino improbabili settimane sulla neve, perché l'orizzonte digitale dell'isola di Panau è incredibilmente vasto, e mari e monti sono ad appena una manciata di minuti di distanza (col jet), gli sviluppatori hanno però preferito lavorare di fantasia e offrirvi tutto il calore di un paradiso tropicale, dittatori compresi. Sintetica o no, quella di Rico Rodriguez, il risoluto protagonista dell'avventura, non è comunque una semplice vacanza. Come ogni agente segreto che si rispetti, è stato spedito a Panau con lo scopo di destabilizzare il governo locale e per riuscirci avrà bisogno di rintracciare un'altra vecchia conoscenza degli appassionati della serie.
Non è tuttavia la trama spionistica il nucleo che Just Cause 2 recupera in primis dal cinema, quanto piuttosto le singole scene ad alta tensione, di cui il giocatore diviene improvvisato regista alle prese con esplosioni e ogni genere di stunt da studiare e riprovare per ore, così come da inventare sul momento, cercando di trarsi di impaccio. In aiuto arrivano un paio di accessori particolari che Rico ha in dotazione e i quali in definitiva dettano un po' il curioso ritmo caliente del videogame, ossia un rampino, tipo quello di Batman, con con cui aggrapparsi a qualunque appiglio, e un paracadute che diverrà il vostro migliore amico per planare o cambiare al volo mezzo di trasporto, da un aeroplano a un'automobile o un motoscafo. Utilizzando entrambi i gadget, e un pizzico di immaginazione, si si può ballare, a suon di boom boom e ratatata, in un concentrato pirotecnico latino senza soluzione di continuità.
Dalle parti di Panau, hanno concentrato tutta l'azione del mondo in 100 km quadrati virtuali di mare, monti, spiagge, giungla, villaggi, casinò volanti, botole misteriose, roccaforti da far saltare, sotto il sole d'agosto come di notte, bagnati da piogge torrenziali. Mentre si avvicendano paesaggi, strabilianti soggetti di un viaggio nella natura alla maniera di San Andreas, il concetto del gioco in fondo è semplice: pensate a un'acrobazia, accendete Just Cause 2 e mettetela in pratica. Qualunque essa sia. Guardatevi attorno, salite su uno dei cento e più veicoli (o velivoli, o scafi), impugnate fucili, pistole, mitra, bombe a mano e precipitate quel paradiso bagnato da acqua cristallina in un inferno di caos. Far saltare cose e produrre caos, collaborando e tradendo le varie fazioni che si danno lotta sull'isola, è l'obbiettivo scritto. Ma la strada per il divertimento, questa volta, è lasciata a voi. Avalanche ha piazzato giocattoli e parco giochi. Con una vena pulp che probabilmente non dispiacerebbe a un altro Rodriguez, Robert, come ai suoi fan e a quelli dei più caciaroni action movie degli anni '80.
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