In tempi di crisi come l’attuale, trovare lavoro per molti è una chimera, ma dover lavorare anche dopo morti con dei datori di lavoro come i “Quattro cavalieri dell’Apocalisse” non sembra davvero una cosa auspicabile.
Questa situazione paradossale la racconta in maniera allegra e divertente Gordon Houghton nel romanzo L’apprendista (The Apprentice, 1999), in questi giorni in libreria edito da Meridiano Zero nella collana Primo parallelo.
Secondo la critica, l’autore ha scritto questo romanzo con la comicità dei Monty Python, la torrenziale fantasia di Neil Gaiman, e l'arguzia pungente di Terry Pratchett, senza perdere mai il ritmo.
Nel racconto, la situazione di Guerra, Morte, Pestilenza e Carestia è diventata difficile in quanto hanno perso Ade, il loro lavorante trovato sbudellato in un vicolo, ormai completamente morto.
I quattro “cavalieri” estraggono a sorte il loro prossimo apprendista e Morte si recherà di notte nel cimitero dove il “fortunato” è stato da poco seppellito.
A questo giovane Zombi gli verrà fatto il seguente discorsetto:
"Hai un'opportunità unica: ti prendiamo come apprendista per una settimana di prova.
Se riesci, diventerai un Agente qualificato, con tutti i benefici del caso: immortalità, impiego fisso, spese di viaggio pagate, e cosi via.
Ma se fallisci, potrai solo scegliere la maniera in cui morire."
Il poveretto sarà in prova per soli sette giorni durante i quali dovrà contribuire alla realizzazione di sette morti differenti per dimostrare di saper lavorare, e anche uno zombi ci tiene a non tornare, all’umido, tra i vermi sotto terra.
E così il povero zombi andrà a lavorare negli uffici di High Street, dove i quattro cavalieri dell’Apocalisse ingannano il tempo giocando a scacchi, infettandosi con nuove malattie, privandosi del cibo e scatenando risse ovunque, anche nelle pause caffè.
L’autore. Gordon Houghton è nato nel 1965 a Blackburn, Lancashire. I suoi romanzi umoristici risentono delle letture di Kurt Vonnegut, Franz Kafka, Michael Ende, Connie Willis, Edward Albee, T.S. Eliot e di tutti gli sfortunati poeti anglosassoni letti e amati nella sua vita.
La quarta di copertina. In un cimitero di Oxford, nel silenzio della notte, qualcuno scoperchia una bara sotto la falce della luna: è la Morte in persona. È venuta a svegliare una salma che i quattro cavalieri dell'Apocalisse hanno sorteggiato per una settimana di apprendistato. Il giovane zombi incomincia a lavorare negli uffici di High Street, dove Morte, Carestia, Guerra e Pestilenza eseguono il loro sporco lavoro sotto un Capo inflessibile che nessuno riesce mai a vedere. Qui le dipartite vengono archiviate al computer mentre Morte si diverte a giocare a scacchi online con i predestinati, Pestilenza sperimenta entusiasta su di sé le malattie del nuovo millennio, Carestia fa colazione con il piatto vuoto e Guerra scatena risse e faide sanguinarie anche in pausa caffè.
L'apprendista ha solo sette giorni a disposizione per imparare il mestiere e assistere Morte in altrettanti decessi, nel rispetto delle norme aziendali. Se fallirà, tornerà a decomporsi nella tomba come è già capitato a Ade, sbudellato in fondo a un vicolo. Ma anche un individuo con la vivacità di un cadavere è ben determinato a vivere.
Gordon Houghton, L’apprendista (The Apprentice, 1999) Traduzione Stefania Sapuppo, Meridiano zero, collana Primo Parallelo 46, pagg. 286, euro 15,00.
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