La vicenda è stata ed è tuttora molto dibattuta in rete, meno sui canali d’informazione ufficiali. Si parla del volume Evoluzionismo. Tramonto di un’ipotesi, uscito lo scorso dicembre e che raccoglie gli atti di un seminario organizzato nel febbraio del 2009 da Roberto De Mattei. Il seminario aveva lo scopo di sostenere l’infondatezza della teoria dell’evoluzione elaborata da Charles Darwin, votandosi “anima” e corpo al creazionismo, cioè l’interpretazione religiosa secondo la quale il mondo è stato creato così come è dalla mano divina, esattamente nel modo descritto dalla Bibbia. Buttando in mare oltre un secolo di riscontri sperimentali, i sedicenti esperti intervenuti nel seminario, svoltosi a porte chiuse, hanno perorato la causa del creazionismo duro e puro, neanche mitigato dall’interpretazione cosiddetta del “disegno intelligente”, che ingloba il percorso dell’evoluzione darwiniana dentro uno schema preordinato stabilito dalla suddetta entità divina. Se i fatti si limitassero a questo ci sarebbe poco dire: ognuno è libero di credere alle assurdità che vuole e di raccontarle ad altri, se ne trova disposti ad ascoltarlo.
Il problema nasce dal fatto che De Mattei non è un qualunque studioso, ma è il vice presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ovvero l’autorità italiana più prestigiosa in ambito scientifico nonché una delle più prestigiose riconosciute a livello internazionale. Inoltre, il suddetto seminario si è svolto sotto il patrocinio del CNR che ha pure contribuito alle spese di pubblicazione del volume, per una cifra di 9800 euro. Tutto ciò ha provocato reazioni sdegnate della comunità scientifica, dapprima nel nostro paese e poi anche all’estero, dove la notizia che il nostro massimo organismo per la ricerca abbia patrocinato e poi finanziato l’attività di demolizione di una delle conquiste della scienza più importanti degli ultimi secoli, ha seminato tra ricercatori e opinioni pubbliche sconcerto e incredulità. Tanto che le reazioni non si sono fatte attendere, sia da parte di università e centri di ricerca che da parte di singoli scienziati come ad esempio il biologo Richard Dawkins, uno dei massimi esperti in tema di evoluzionismo darwiniano, il filosofo Telmo Pievani con un articolo sulla rivista Micromega, e Margherita Hack, recentemente intervenuta in una puntata del programma tv “Otto e mezzo”.
De Mattei si è difeso attaccando il “razzismo” della comunità scientifica, incapace di accettare contributi alternativi su una teoria, a suo dire, indimostrata e indimostrabile. Dal canto suo il CNR, per bocca del suo presidente Luciano Maiani, fisico teorico lui sì di fama internazionale, ha negato di aver autorizzato il patrocinio del seminario mentre il contributo per la realizzazione del volume rientrerebbe in una normale attività di finanziamento, non legata a particolari criteri.
È inutile soffermarsi sul merito della questione, che ognuno può valutare da sé tenendo conto della quantità industriale di prove e verifiche a sostegno del darwinismo; tanto che, parafrasando, si può tranquillamente affermare che l’evoluzionismo è la teoria più dimostrata degli ultimi centocinquanta anni, con la differenza che in questo caso è la verità. Il lato davvero fantascientifico della vicenda sta nella qualità professionale di De Mattei; nominato vice presidente del CNR nel 2004 dal Governo Berlusconi, del quale è stato consulente, è docente di Storia del Cristianesimo e della Chiesa presso l'Università Europea di Roma, nonché direttore del mensile Radici Cristiane, rivista portavoce del fondamentalismo cattolico più acceso. Che è quanto di più antiscientifico (e antifantascientifico) si trovi in circolazione insieme al fondamentalismo islamico, alla setta di Scientology, ai Testimoni di Geova e a qualche altro centinaio di movimenti e organizzazioni para-pseudo-religiose integraliste sparse per il mondo. Tutte decise ad affermare la supremazia del proprio pensiero unico – ma quanti ce ne sono in giro, di pensieri unici? – a discapito della scienza e, cosa più grave, sfruttando debolezze e superstizioni delle persone.
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