Per quanti amano leggere romanzi e racconti sui lupi mannari, arriva in libreria una ghiotta novità. In concomitanza con l'uscita nelle sale cinematografiche del film Wolfman diretto da Joe Johnston (19 febbraio) con attori del calibro di Benicio Del Toro, Anthony Hopkins, Emily Blunt, Hugo Weaving, Art Malik, la Newton Compton ristampa una corposa antologia dal titolo Wolfmen. Storie di Lupi Mannari (The Mammoth Book of Werewolves, 1994) curata da Stephen Jones.
Un'antologia che contiene ben ventitré racconti di autori come Clive Barker, Kim Newman, Ramsey Campbell, Stephen Laws, Graham Masterton, Michael Marshall Smith, Karl Edward Wagner, Dennis Etchison e molti altri che non citiamo per non allungare troppo l'elenco, ma possiamo dire che rappresentano il meglio nella narrativa di genere. Ogni racconto è preceduto da una nota biobibliografica dell’autore e una nota dell’autore su come è nato il racconto.
Riportiamo un brano iniziale di quanto scrive Gianni Pilo nella presentazione del volume: "La figura del Lupo Mannaro pervade profondamente l'immaginario fantastico e le leggende dei popoli mediterranei o comunque europei. Anzi, nel precisare che la figura del Lupo Mannaro è di origine prettamente europea, va subito detto che la sua collocazione è nei Paesi Scandinavi, a differenza del Vampiro che è di estrazione mitteleuropea.
Il termine Lupo Mannaro deriva dal basso latino lupus homenarius, vale a dire 'un lupo che si comporta come un uomo'. Più incerta l'etimologia del francese Loup-Garou: i più rintracciano nel termine garou una radice che significa 'uomo', ma ci sembra più plausibile l'interpretazione di Collin de Plancy: loups dont il faut se garer, ossia 'lupi dai quali bisogna guardarsi', ovvero quell'animale che, avendo assunto le abitudini feroci e aggressive dell'uomo, non si comporta più con la timidezza tipica della sua razza.
Sono invece chiarissime le derivazioni dei termini inglese e tedesco (we-rewolf e werwulf): la radice indoeuropea wer è la stessa da cui deriva il latino vir, uomo. Altrettanto chiare sono le derivazioni nelle lingue slave: il polacco wilkolak, il russo volklak, il bulgaro vulkolak, lo sloveno volkodlak, e così via.
In tutte queste aree linguistiche e geografiche, il termine indica un essere umano che, per diversi motivi, assume forma e comportamento ferini, abbandonandosi a stragi sanguinose e ad atteggiamenti cannibalici: le sue vittime preferite sono - come per i Lupi Mannari delle fiabe - i bambini e i cuccioli delle greggi. In qualche raro caso, peraltro, il Lupo Mannaro recupera parte del suo antico retaggio di spirito-guida dell'umanità primeva errante nelle steppe, e diviene creatura depositaria di antiche saggezze, o testimone della potenza di Dio..."
Il curatore. Stephen Jones è uno dei più rinomati esperti di horror della Gran Bretagna. Vincitore di numerosi premi, tra i quali il World Fantasy Award e l'Horror Writers Association Bram Stoker Award.
Per la Newton Compton ha già curato le antologie di racconti: Vampiri! e Il grande libro di Dracula.
La quarta di copertina. I licantropi costituiscono la figura più tragica del pantheon orrorifico: creature condannate, nelle notti di plenilunio, a subire orribili metamorfosi e ad assalire gli esseri umani più indifesi, spesso proprio le persone da loro amate. Ventitré racconti che riuniscono in questa antologia i nomi più prestigiosi della narrativa fantastica. Maestri dell'horror che si sono cimentati con il mito del Lupo Mannaro, rilanciato anche dal cinema con innumerevoli film, tra i quali il recentissimo <i>Wolfman</i>, interpretato da Benicio Del Toro, Anthony Hopkins e Emily Blunt. Con i loro uomini-lupo, Graham Masterton, Peter Tremayne, Karl Edward Wagner, Ramsey Campbell, Basii Copper e gli altri grandi autori rievocano in ventitré modi diversi la natura animale che è in ciascuno di noi. Dopo aver letto le storie di questo libro, le notti di luna piena non sembreranno più le stesse.
AA.VV., Wolfmen. Storie di lupi mannari (a cura di Stephen Jones) (The Mammoth Book of Werewolves, 1994)
Traduzione Gianni Pilo, Newton Compton editori, collana Nuova Narrativa Newton 218, pagg. 405, euro 9,90
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