Nel numero 1555 di Urania fa il suo debutto italiano David Oppegaard con I predatori del suicidio (The Suicide Collectors, 2008), romanzo d'esordio arrivato in finale al Premio Bram Stoker. L’autore ha dichiarato che in realtà non si tratta del suo primo lavoro, in quanto nel cassetto ne ha almeno altri quattro scritti in precedenza, ma che forse, per sua stessa volontà, non vedranno mai la luce. In ogni caso negli Usa è stato già pubblicato un suo secondo romanzo dal titolo Wormwood, Nevada.
La narrativa di fantascienza ha esplorato e descritto migliaia di situazioni sulla Terra e nelle galassie più lontane. Ci ha narrato di passati, presenti e futuri strani, paurosi, sorprendenti, ma l’argomento del romanzo di Oppegaard è sorprendente e innovativo. Descrive un futuro non lontano, con il nostro pianeta ormai quasi disabitato a causa di una non ben definita malattia o sindrome che ha portato, nel breve volgere di cinque anni, miliardi di persone al suicidio. In questo scenario apocalittico compaiono misteriosi individui che non solo fiutano la morte, collezionando i corpi dei suicidi, ma la precorrono. Cosa si nasconde dietro questi macabri individui? Qual è l’enigma dei predatori? Seguiremo le avventure del protagonista, Norman, in un viaggio attraverso l’America. Norman è alla ricerca di una cura, ma sarà un viaggio pericoloso in un mondo ormai selvaggio.
L’autore. David Oppegaard è nato a St Paul, Minnesota. È cresciuto nella cittadina di Crystal Lake (duemila abitanti) e in gioventù ha passato molto tempo a giocare a calcio e leggere libri. Ha iniziato a scrivere all’età di quindici anni. Ha conseguito una laurea breve in Letteratura inglese al St. Olaf College e un diploma in scrittura creativa alla Hamline University. Oppegaard ha poi fatto la proverbiale trafila di mestieri che tanto si addicono agli scrittori americani: ottico, impiegato all’Università del Minnesota, contadino, redattore, uomo delle pulizie, impiegato in una biblioteca circolante e intrattenitore dei bambini su una nave da crociera inglese.
La quarta di copertina. Chi colleziona i resti del genere umano? Chi sono i macabri pulitori che spuntano dal nulla ovunque c’è un cadavere, ovunque si piange un parente appena trapassato? È la domanda chiave di questo sorprendente romanzo, in cui l’umanità ha finito per soccombere al morbo della Disperazione. Di fronte all’avanzare della terrificante epidemia di suicidi, qualcuno comincia a chiedersi: è veramente suonata l’ultima ora? Da parte sua, l’autore non fornisce risposte facili ma si limita a ribadire il suo tema in grande stile: “Ho un’unica ossessione. La fine del mondo”.
Il volume include il racconto Prima della fine del mondo di Antonino Fazio.
David Oppegaard, I predatori del suicidio (The Suicide Collectors, 2008)
Traduzione Pietro Formenton, Mondadori, Urania 1555, pagg. 244, euro 4,20
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