Tutti abbiamo dei sogni, e spesso le fantasie si pensano in grande, ma forse i politici, prima di fare certe affermazioni, dovrebbero tenere bene in mente quanti soldi hanno nel loro portafoglio. Poche settimane fa il presidente Obama aveva annunciato un programma interessante per l'esplorazione spaziale americana (e mondiale), per poi smentirsi subito dopo.

Come ormai succede di frequente, i politici non riescono ad avere una visione a medio e lungo termine e tagliano sui costi senza pensare agli investimenti sul futuro. La ricerca e in particolare l’esplorazione spaziale poteva essere un valido traino per l’industria americana (e non solo) e conseguentemente per l’economia globale.

Invece sono spariti completamente i piani della Nasa, costruiti già da George Bush per rilanciare l'esplorazione dello spazio e per un ritorno americano sulla Luna (la Casa Bianca taglierà il Constellation Program, che prevedeva una nuova missione sulla Luna entro il 2020).

È incredibile come i tempi delle missioni Apollo sembrino così lontani nel tempo (e nello spazio…), eppure la tecnologia che allora a disposizione non era nemmeno lontanamente comparabile a quella di oggi. Lo stimolo dato dalla competizione con la Russia è innegabile, ma è assurdo pensare che ci voglia un clima da guerra fredda per mobilitare lo sviluppo di programmi d’esplorazione spaziale.

La decisione rappresenta anche un brutto colpo per la realizzazione del razzo Ares 1, che doveva essere il naturale successore dello Shuttle (per il quale l'agenzia ha già speso miliardi). La reazione di Michael Griffin, l'ex capo della Nasa e padre del Costellation Program, è stata molto decisa: "Vuol dire che gli Stati Uniti hanno deciso di non essere protagonisti nell'esplorazione umana dello spazio nel prossimo futuro".

Forse però, sotto a questo annuncio, ci sarebbe una strategia di Barack Obama per chiedere ai privati un maggiore impegno nel programma spaziale americano: "Non abbiamo i fondi sufficienti a garantire il ritorno sulla Luna dell'uomo," avrebbe dichiarato il presidente degli Stati Uniti. "Per proseguire nel programma abbiamo bisogno di maggiori fondi provenienti dall'industria privata."

Invece gli Space Shuttle andranno in pensione come da previsioni e la Iss rimarrà in orbita almeno fino al 2020; il tutto con una nuova tipologia di cooperazione internazionale che permetta di condividere tecnologie e tagliare i costi.

Molti ricercatori sono preoccupati dal fatto che nei prossimi anni il budget della Nasa sarà sempre più ridotto, a scapito non solo delle ultime missioni Shuttle e quindi della possibilità di riparare le sonde e i satelliti già in orbita, ma anche dei nuovi lanci per scopi scientifici.

Ma c’è una buona notizia che arriva dal nostro continente: l’Europa sta progettando una missione sulla Luna. L'Agenzia Spaziale Europea (Esa) ha recentemente annunciato che sta concependo una missione per il 2017-1018, che prevede l'atterraggio di un veicolospaziale nel Polo Sud lunare, ossia nella zona in cui potrebbe esserci acqua.