NGC 300 è una grande galassia a spirale che si trova nella costellazione dello Scultore. È individuabile circa a sei gradi a nordovest della stella Alpha Phoenicis, in un'area priva di stelle visibili a occhio nudo; si nota subito in un binocolo 11x80 o in un piccolo telescopio rifrattore, come un alone chiaro e circolare. Uno strumento di apertura superiore ai 200mm permette di notare molti particolari, sia del nucleo che dei bracci di spirale, che si presentano granulosi. La sua distanza dalla Via Lattea è stimata sui sette milioni di anni-luce, ed è dunque un importante membro del Gruppo dello Scultore, un ammasso di galassie tra i più prossimi al nostro Gruppo Locale.
Astronomi dell'ESO, utilizzando il Very Large Telescope, hanno rilevato un buco nero di massa stellare molto più lontano di qualsiasi altro precedentemente conosciuto. Il buco nero appena scoperto si trova appunto nella galassia a spirale NGC 300. Con una massa di circa venti volte quella del Sole, è anche il secondo più grande buco nero di massa stellare mai trovato e si sta mescolando con una stella che in futuro diventerà un altro buco nero.
"Abbiamo registrato un'emissione periodica estremamente intensa, un'indicazione che in quell'area potesse esserci un buco nero," ha detto Stefania Carpano, ricercatrice dell'ESA, che ha partecipato alla ricerca.
Grazie alle successive osservazioni eseguite con lo strumento FORS2 montato sul Very Large Telescope dell'ESO, i ricercatori hanno potuto scoprire che il buco nero, e la stella compagna Wolf-Rayet, ruotano uno attorno all'altra con un periodo di trentadue ore, e che il buco nero sta continuando a prelevare materia dalla stella compagna.
"Abbiamo notato che la maggior parte dei buchi neri più grossi tende a trovarsi in galassie più piccole che contengono minori quantità di elementi chimici pesanti," ha detto Paul Crowther, uno dei ricercatori dell'articolo, che descriverà la scoperta su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. "Le galassie più grandi, come la Via Lattea, che sono anche più ricche di elementi pesanti, in prevalenza producono buchi neri di massa piccola."
In meno di un milione di anni, sarà la volta di Wolf-Rayet diventare supernova e successivamente un buco nero. "Se il sistema sopravviverà a questa seconda esplosione, i due buchi neri si fonderanno, emettendo grandi quantità di energia sotto forma di onde gravitazionali," ha affermato Crowther. Tuttavia, ci vorrà qualche miliardo di anni, fino alla data effettiva della fusione, molto più dei tempi umani. "Il nostro studio mostra tuttavia che questi sistemi possono esistere e che possono essercene alcuni che si sono già evoluti in un sistema binario di buchi neri, che potrebbero essere osservati con strumenti di rilevazione delle onde gravitazionali come LIGO e VIRGO."
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