Questa volta Sam Raimi si era impuntato, preferendo ritardare l’uscita di Spider-Man 4 piuttosto che scendere a compromessi con Sony. Dopo qualche settimana di incertezze su sceneggiatori e antagonista, i produttori hanno preso una decisione che ha del clamoroso, dando il ben servito a tutti coloro che finora hanno lavorato al progetto del quarto Spider-Man.
In effetti, ripercorrendo le tappe, dopo l’enorme successo dei primi due film del supereroe aracnofilo (2002 e 2004), l’estro creativo del regista cinquantenne del Michigan sembrava essersi appannato, confezionando nel 2007 uno Spider-Man un po’ troppo confusionario per la critica, con eccesso di storylines e ben tre cattivi da affrontare in centotrentanove minuti di film (titoli di coda compresi).
L’incasso al botteghino, certo, non gli aveva dato torto (oltre 885 milioni di dollari nel mondo, contro gli 806 di Spider-Man e 783 di Spider-Man 2), anche se ciò non giustifica il calo in termini di qualità della sceneggiatura, che aveva deluso i fan di Peter Parker e del buon intrattenimento cinematografico.
In sua difesa dobbiamo però dire che l’origine del diverbio con Sony ebbe inizio proprio in fase pre-produttiva del terzo film, quando Raimi (ammiratore del fumetto Marvel sin dai suoi debutti nella prima metà degli anni ’60) voleva usare un altro antagonista classico in aggiunta al vendicativo Sandman; la Sony lo spinse però a utilizzare Venom, un personaggio introdotto solo a fine anni ’80, per ragioni di puro marketing, pensando che le sue sembianze aliene potessero attrarre maggiormente il pubblico dei giovanissimi.
La storia si era ripetuta anche per il quarto capitolo: Raimi voleva una trama incentrata sullo scontro tra Peter Parker e l’alato The Vulture (in italiano l’Avvoltoio), un antagonista storico di Spiderman, comparso per la prima volta nel 1963; mentre Sony avrebbe preferito dare l’ennesima svolta romantica alla serie con Black Cat, ladra tentatrice comparsa per la prima volta in un comic del 1979.
Una serie di scrittori aveva già tentato di accontentare entrambe le parti, senza trovare, a detta di Raimi, un compromesso soddisfacente: James Vanderbilt (Zodiac), il premio Pulitzer David Lindsay-Abaire (Rabbit Hole), Gary Ross (Seabiscuit), e infine Alvin Sargent a cui era stato affidato da poco l’arduo compito. Benché non fosse dato ancora per ufficiale, era già stato confermato un nome che dava per scontata la presenza di The Vulture: John Malkovich, uno degli interpreti preferiti di Raimi. Malkovich fu a un passo dal vestire i panni dell’acerrimo nemico Green Goblin, ed era stato preferito a Ben Kingsley (Gandhi) per la parte di Adrian Toomes, alter ego dell’Avvoltoio. C’è da ammettere che la somiglianza con il personaggio illustrato è sorprendente. Il secondo nome che circolava in rete e tra i produttori era quello della bella Anne Hathaway (Il diavolo veste Prada), che avrebbe ricoperto il ruolo di Felicia Hardy (l’originario alter ego di Black Cat).
“Abbiamo lavorato insieme a Sam e Tobey ed è nata un'amicizia davvero unica; ci hanno dato il meglio di loro per buona parte della scorsa decade, ha detto Matt Tolmach, presidente della Columbia Pictures. "Questo è un momento dolceamaro per noi perché, mentre ci è difficile immaginare Spiderman in mani diverse, sapevamo che questo giorno sarebbe stato inevitabile.”
La Sony però non perde tempo. Sembra che abbia già ordinato una rielaborazione del franchise allo scrittore James Vanderbilt; il suo compito sarà quello di riportare Peter Parker al liceo. "Abbiamo ora la rara possibilità di fare di nuovo la storia di questo franchise," ha precisato Amy Pascal, co-direttore della Sony Pictures Entertainment. "Peter Parker è un giovane che si confronta con straordinari poteri e queste sono le fondamenta del suo personaggio senza tempo, tanto intrigante per generazioni di fan. Non vediamo l’ora di esplorare le possibilità creative che derivano dal ritorno alle radici di Peter.”
Ed ecco le fredde parole di Raimi alla notizia del licenziamento: "Lavorare sui film di Spiderman è stata l’esperienza di una vita intera. Lo Studio e Marvel hanno l’opportunità di portare il personaggio in una nuova direzione e so che faranno un lavoro magnifico". Sorgono molte domande, soprattutto su una rivoluzione così prematura del personaggio che, sul grande schermo, ha poco meno di otto anni. Evidentemente, il mercato dell’intrattenimento visivo ha nei più giovani una risorsa davvero irrinunciabile.
Possiamo però consolarci perché Peter Parker non sarà il solo a tornare ancora una volte alle origini: Raimi si riprenderà velocemente dedicandosi al genere horror. Il suo prossimo impegno lo vede alla regia di un remake che lo ha già reso celebre al mondo: The Evil Dead (in italiano La Casa).
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