In the Day of the Triffids la BBC si cimenta nella trasposizione televisiva di quello che è un grande classico della fantascienza, modernizzando l’idea originale. Ritroviamo infatti i "simpatici" trifidi, piante carnivore tentacolari pronte a sterminare il genere umano, ma questa volta diventati una vera e propria manna dal cielo per l’economia dell’umanità: infatti viene scoperto un sistema di estrazione della loro linfa che permette la produzione su scala planetaria della migliore forma combustibile di energia, in grado per giunta di risolvere tutti i problemi d’inquinamento.
Sorgono così impianti di estrazione della linfa di trifidi geneticamente modificati più o meno in ogni parte del globo.
I trifidi però non sono dei semplici vegetali, ma una forma di vita molto peculiare in grado non solo di muoversi ma di provare emozioni e comunicare.
Questi piccoli dettagli vengono ovviamente nascosti all’opinione pubblica mondiale, ben felice di aver trovato una soluzione a tutti i problemi economici legati alla produzione di energia. Tutto fila liscio fin quando una tempesta solare (che alla fantascienza moderna deve piacere molto visto che nell’arco di pochi mesi è stata sfruttata come espediente sia in Paradox che in 2012) in maniera assai poco scientifica acceca la quasi totalità della popolazione mondiale.
La devastazione che ne consegue provoca la fuoriuscita dalle zone di contenimento dei milioni di trifidi che venivano usati per l’estrazione della linfa.
La terra quindi si ritrova invasa da una nuova razza carnivora pronta a dominare il pianeta. Questa è l’intrigante premessa con la quale si sviluppa il film tv, che segue quindi abbastanza fedelmente, pur aggiungendo temi più d'attualità, i presupposti di quella che era la storia originale.
Al timone dell’operazione troviamo Patrick Harbinson, già produttore e scrittore di serie importanti come Millennium, ER, Dark Angel, Law & Order, 24, che riesce a comporre un cast di attori britannici di tutto rispetto. Il protagonista è il Dott Bill Masen, massimo studioso di trifidi, figlio di una coppia di scienziati che a loro volta trent’anni prima svolsero i primi studi sull’argomento, nel corso dei quali la madre perse la vita proprio ad opera delle piante assassine. Il ruolo è affidato a Dougray Scott, un attore scozzese di provata esperienza già visto in Enigma, Dark Water, Il gioco di Ripley e nel serial Desperate Housewives.
Al suo fianco troviamo l’interessante Joely Richardson (Event Horizon, Nip/Tuck), che riesce a interpretare in maniera convincente il ruolo di anchorman radiofonica che a seguito del crollo delle istituzioni si trasforma nella “voice of Britain”.
Da segnalare la presenza di due “villain” d’eccezione, almeno sulla carta, ma che in realtà rappresentano l’anello debole dell’intera sceneggiatura. Il primo è il bravo Eddie Izzard (che in Inghilterra è una vera e propria istituzione con i suoi show comici, ed è conosciuto anche dalle nostre parti per la sua partecipazione in Velvet Goldmine, l’Ombra del Vampiro, Holliwood Confidential, e il serial The Riches) che purtroppo nel ruolo di Torrence, il supercattivo opportunista di questo Day of the Triffids, è poco credibile a causa della costruzione psicologica del personaggio lacunosa e poco plausibile.
Il secondo è Vanessa Redgrave, per la quale non servono veramente presentazioni, che si barcamena in maniera anche qui poco plausibile, in una delle parti più deboli dell’intero telefilm, nel ruolo di sanguinaria, cinica e plagiatrice badessa di un convento ormai divenuto enclave circondato dai trifidi.
Come detto in precedenza, Day of the Triffids comincia con una premessa intrigante, e per certi versi migliorativa di quella che era l’idea base originale, ma poi si perde per strada. Tanto per cominciare le incongruenze scientifiche legate alle origini del disastro sono palesemente inaccettabili, ma anche chiudendo un occhio di fronte a questi dettagli non viene tentato neanche minimamente di fornire una spiegazione decente per i più svariati misteri sviluppati dalla trama.
I buchi logici e narrativi sono veramente troppi anche per uno spettatore medio e certi personaggi secondari tratteggiati con la mannaia si comportano in maniera assolutamente incomprensibile, basta pensare alla figura dell’attentatore pseudo-ecologista e ai vari sgherri di Torrence.
Anche il commento sociale sull’anarchia e su come essa si sviluppi e possa creare delle nuove strutture di potere attinge a piene mani da un altro famoso serial apocalittico britannico, i Sopravvissuti, ma senza l’approfondimento necessario per rendere coerenti i comportamenti individuali.
Dulcis in fundo, il grande terrore che dovrebbe essere generato da questi trifidi, a livello estetico non adeguatamente modernizzati, non riesce a colpire particolarmente lo spettatore, abituato ormai a mostri ben più convincenti di questa specie di pupazzi un po’ vintage.
Day of the Triffids, nella sua globalità, è comunque un film che riesce a catturare l’attenzione anche nostalgica dei vecchi cultori della fantascienza degli anni ’50 e non, e a livello d’intrattenimento non delude lo spettatore, circostanza confermata dai sei milioni di telespettatori britannici che lo hanno seguito nei giorni della programmazione. Resta comunque il fatto che la lacunosa sciatteria della sceneggiatura mina profondamente il giudizio che si può avere su questo prodotto.
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