Solo i giapponesi avrebbero potuto concepire un’idea simile: la prima birra spaziale ottenuta grazie alle piante di orzo coltivate sulla Stazione Spaziale Internazionale. Il produttore è Sapporo Breweries, gigante nipponico degli alcolici.
La birra, con gradazione alcolica media 5.5, non è proprio un prodotto alla portata di tutti, considerato che il costo di una confezione da sei pezzi si aggira intorno ai settantacinque euro. Sarà venduta solo in Giappone attraverso una lotteria speciale. Trenta saranno le coppie fortunate (selezionate tramite un’estrazione) a cui è riservato il gradito appuntamento. I prescelti potranno assaggiare la nuova bevanda presso i sei stabilimenti della Sapporo Breweries sparsi nel paese.
Il progetto, nato dallo studio svolto dalla Stazione Spaziale Internazionale in collaborazione con l’università di Okayama e l’Accademia delle Scienze, ha una sola pecca che riguarda la quantità: una produzione di soli cento litri di Sapporo Space Barley, rispetto ai seicento previsti, che forse non saranno mai messi in commercio. Una birra di lusso che rimarrà, probabilmente, la più desiderata, almeno dagli amanti dei viaggi spaziali e della fantascienza.
Alla base dell'operazione scientifica - commerciale stanno motivazioni nobili. "La birra sarà venduta per raccogliere fondi da destinare in beneficenza, contribuendo alla promozione dell'educazione scientifica per i bambini e allo sviluppo della ricerca per la scienza spaziale in Giappone e Russia," dichiara la portavoce della Sapporo.
L'azienda sostiene inoltre che il progetto servirà a studiare la possibilità di "ottenere autosufficienza nella produzione di alimenti in ambiente spaziale".
Il sogno di tutti: diventare astronauti e godersi il panorama in compagnia di un buon bicchiere di birra da sorseggiare. Ma occhio al test alcolemico al momento del rientro sulla Terra…
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