Ci sono produzioni rimaste eternamente incompiute, altre che forse sarebbe stato meglio lasciare in cantiere per qualche mese ancora. Ci auguriamo che l’annunciato The Owl in Daylight (letteralmente "Il gufo alla luce del giorno") non faccia parte della prima categoria, poiché l’attesa inizia a far sorgere qualche dubbio.
Sappiamo che lo script è in fase di rifinitura e che la data d’uscita riportata su imdb.com (2009) sarà difficilmente rispettata.
Fortunatamente l’inglese Tony Grisoni, che ha scritto la sceneggiatura, si è deciso a rilasciare una intervista in cui svela particolari interessanti sulla trama, lasciandoci un punto interrogativo sulla scelta del regista. Grisoni ha già scritto insieme a Terry Gilliam Paura e delirio a Las Vegas (1998), Tideland (2005) e The Man Who Killed Don Quixote, in uscita nel 2011. Non nega che Gilliam possa unirsi alle riprese, ora che la sua ultima fatica The imaginarium of Doctor Parnassus uscirà presto nelle sale, regalandoci l’ultima apparizione del compianto Heath Ledger, l’ultimo Joker del grande schermo.
Tony Grisoni si dichiara un amante adulto della fantascienza, con predilezione per i romanzi di H.G. Wells, Ray Bradbury e lo stesso Dick, di cui apprezza particolarmente le opere più realistiche.
Ma come si avvicinato al progetto?
“Sono stato contattato dall’editore con una offerta da sogno: quale romanzo di Philip Dick avrei voluto adattare? Ho così messo le mani su tutto il materiale che ho trovato, meravigliandomi di quanto le sue storie siano vicine alle opere e alle riflessioni contemporanee. Ho lavorato con le sue figlie, Isa e Laura, il produttore e il magnifico Paul Giamatti. Non volevo un semplice adattamento, ero più interessato all’uomo Philip Dick. E finalmente ho letto dell’idea del suo ultimo romanzo, il mai iniziato The Owl in Daylight. Era perfetto, la quintessenza della storia di Philip Dick”.
È la storia di Ed Firmley, un mediocre compositore di colonne sonore per film di fantascienza, che viene 'visitato' da una razza aliena priva di udito (ma dalla vista molto evoluta). Gli alieni sono venuti sulla terra perché la percepiscono come il paradiso e sono intenzionati a gustarsi la pienezza uditiva del nostro mondo. Dopo una serie di eventi, Ed scopre la verità e 'visita' a sua volta gli alieni, vivendo l'esperienza di un paradiso 'visivo', tutto fatto di luci, molto simile alle descrizioni del paradiso della nostra tradizione cattolica occidentale.
Paul Giamatti, che è anche il co-produttore del film, aveva dichiarato: “L’idea è di prendere una delle sue ultime storie e di inserirlo al suo interno come un vero e proprio personaggio”.
Grisoni svela invece che la sua sceneggiatura prevede l’incontro tra due realtà, la nostra e quella del romanzo che Philip Dick non ha mai scritto: “Ci saranno due personaggi e due mondi separati: il nostro, in cui troviamo Dick, e quello fittizio di Ed Firmley. Voglio che i due mondi si fondano insieme gradualmente, che ci siano momenti in cui Ed diventa Philip e viceversa. La linea tra sogno e realtà sarà molto sfocata…”
Capolavoro? Pasticcio? O forse è meglio chiedersi: è più interessante conoscere la quotidianità di un genio o speculare sulle assonanze tra la sua vita e le sue opere?
Al prossimo aggiornamento. Si spera.
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