Il logo che contraddistingue zoon del Connettivismo
Il logo che contraddistingue zoon del Connettivismo
La strategia comunicativa del Connettivismo è sempre stata fondata sulle nuove tecnologie, e anche per quest’antologia sono stati creati degli appositi video. Vuoi parlarcene?

Sono video e immagini realizzate (quasi tutte) da un unico creatore. Anzi, creatrice, visto che parliamo di Francesca “Nimiel” Fuochi. Lei ha una sensibilità squisita che si è ben adattata al testo dell’antologia, cosa che risalta ancor di più se si pensa che non ha letto quasi nessun contenuto; Francesca ha la capacità di realizzare video con un gusto sobrio eppure espressivo, potente. Altre pix sono state realizzate da Maurizio “Scarweld” Landini e da Umberto “Ubi” Bertani, che sono entrati perfettamente nello spirito iconografico della raccolta non solo perché vi hanno partecipato con i testi, ma anche per le loro notevoli capacità espressive. Aggiungo, infine, che Francesca si è mossa in modo esemplare organizzando anche il virus marketing che ha contraddistinto, nella fase cruciale di quest’estate, l’attesa per AFO. Senza di lei, probabilmente l’antologia non sarebbe stata sulla bocca di molti, com’è ora.

Nella postfazione Sergio “Alan D.” Altieri, vi definisce i “Renaissance Men della fantascienza” e afferma che “con il Connettivismo potremmo davvero trovarci di fronte a una nuova frontiera dell’immaginario”. Cosa ne pensi?

Penso che la bravura di Altieri consista anche nel rendersi conto del valore letterario, artistico di chi ha davanti. Leggere quella postfazione che lui ha scritto è come un riconoscimento delle nostre mire, delle nostre sensibilità. Come dicevo all’inizio, volevamo fare cose nuove nella SF e nel Fantastico e con quello che meravigliosamente Sergio ha detto, mi sembra si consacrino i nostri propositi iniziali. Credo che il nuovo immaginario debba fare i conti con la tecnologia, con la quantistica, con la matematica del caos, con il postumanismo ma anche con le suggestioni antiche, quelle che gli antropologi hanno cominciato a studiare fin nei Sumeri; la mistica (anche tecnologica) che fa trascendere la realtà usuale è uno dei collanti che, dal mio punto di vista, rende vivo il Connettivismo e lo restituisce globale, in grado di far mordere al futuro il passato. Un circolo che sa di visione dall’alto.

Vedere un personaggio così illustre come Altieri che ci incoraggia dà un senso di raggiungimento degli obiettivi, ma anche un invito a fare continuamente di più, uno stimolo a essere sempre più cerebrali e intensi, comunicativi, creativi, propositivi.